VINteressa
Prima che la grappa cruda diventi “Brut”, ovvero a scuola di grappe trentine.
erano sei grappe bianche “crude”, già diluite dopo la distillazione ma non ancora in commercio e prima del maquillage finale
erano sei grappe bianche “crude”, già diluite dopo la distillazione ma non ancora in commercio e prima del maquillage finale
La zona è come compressa fra l’area urbana del capoluogo toscano e i territori relativi ad altri Chianti nonché al Chianti Classico e al Valdarno di Sopra.
Questo sangiovese ottenuto da tre piccole parcelle immerse nei boschi sulle colline metallifere mi ha rivelato una personalità tutta sua.
Stefano Cinelli Colombini, noto titolare di una delle più importanti aziende del territorio, la Fattoria dei Barbi, lo scrive in modo perentorio: “…qui troverete solo fatti documentati, non leggende.”
Un libricino che pesa poco ma insegna molto.
Gustato oggi questo Pinot Nero di otto anni si è rivelato al punto giusto di evoluzione; l’avessi stappato prima probabilmente avrei trovato che il legno era ancora un po’ troppo in evidenza.
Il fiume ha una cattiva fama. Il mito popolare lo identifica col Lete, attraversato il quale gli umani perderebbero qualsiasi ricordo, ma il comandante Decimo Giunio Bruto non può star dietro a queste storie.
Il biglietto da visita è intrigante: annata di esordio a tiratura limitata e uve PIWI aliene ai più (Johannister e Bronner) allevate bio a quota 700 ai piedi delle Piccole Dolomiti.
In viaggio a Firenze alla scoperta di uno storico modo di vendere il vino, che sembra fatto per i tempi del Covid-19.
Dopo un decennio continua a trasmettere tutta la freschezza di un Pinot Noir della Williamette Valley, in Oregon