Vini appenninici a Modigliana5 min read

Sarà stato il fascino dell’ambiente ma i vini assaggiati e chiacchierati a Stella di Modigliana 2022 il il 10 e 11 settembre scorsi mi hanno lasciato davvero l’impressione della mezza montagna o alta collina che dir si voglia. L’ambiente dove maturano le uve è fresco e ventilato, e a questo in qualche modo corrispondono profumi vivi e puliti nonchè un livello alcolico contenuto. Quest’ultimo, abbinato a un accorto uso dei legni che non lascia tracce invadenti, è un dato confortante per un gruppo di produttori che sta lavorando sull’immagine: sappiamo che il rischio, all’opposto, è sempre quello di voler “pompare” i vini.  

Siamo nel forlivese, e il comune di Modigliana rientra interamente nella zona DOC Romagna Sangiovese, che si stende su 6.600 ettari. Questi vignaioli che utilizzano la sottozona con la  denominazione comunale ne occupano appena 350, e le rese sono ben inferiori a quelle ottenute “più sotto”. I vigneti sono sparsi, circondati sempre più da boschi man mano che si sale in direzione del crinale, e inframezzati da vari oliveti (per l’extravergine Modigliana è compresa nella DOP Brisighella). Vengono messe in giro in totale appena 80-90.000 bottiglie l’anno di Sangiovese, una parte delle quali va pure all’estero. Era percepibile al riguardo la presenza di stranieri alla manifestazione presso il Borghetto di Brola, che ha reso opportuna la traduzione in un paio di occasioni.

Modigliana, sottozone.

La cittadina si trova alla confluenza di tre torrenti che marcano altrettante valli (Ibola, Acerreta, Tramazzo), per le quali da queste parti parlano già come si può parlare di Menzioni Geografiche. Certo è che i suoli sono mediamente marnoso-arenacei, a differenza di quelli ben più ricchi della fascia bassa. Altrettanto certo è che l’orientamento generale è nord-nord est, cosa che in un passato precedente il riscaldamento globale avrebbe scoraggiato qualsiasi velleità qualitativa e pure quantitativa. I vigneti sono sopravvissuti per decenni a livello amatoriale, mentre il reddito arrivava soprattutto dall’allevamento del baco da seta e dalle relative filande.

Undici i vignaioli partecipanti, dagli antesignani storici di Ronchi di Castelluccio a Mutiliana di  Giorgio Melandri che al momento sembra un po’ il frontman della situazione al Pratello che ha presentato tutti vini già maturi ma in grande forma. Diverse aziende vinificano anche da terreni  appena “fuori zona”, sempre in ogni caso in quest’ambiente montanaro. Pian di Stantino ad esempio si spalma su ben quattro comuni con vigne fino a 700 metri. In ogni caso tutti i membri di Stella dimostrano apertura e lungimiranza con un desiderio di crescita vissuto quasi con nonchalance, e due eventi lo hanno evidenziato. Il primo è stato il concorso, per il quale un gruppo di venti esperti ospiti della manifestazione ha assaggiato alla cieca nove Romagna Sangiovese 2019 forniti volontariamente dagli associati.

Produttori di Modigliana.

Ne è venuta fuori una classifica che è valsa il premio Stella d’oro al  “Papesse” di Villa Papiano. Questa è stata la seconda edizione di un tipo d’iniziativa certo non frequente fra i produttori di una zona che vuole farsi notare. Il secondo evento, aperto a un  pubblico che alla fine ha superato le cento persone lasciandone fuori altre decine, è stata la degustazione “verticale di territorio” condotta da Walter Speller, con venti etichette su e giù per tre decenni. Il bello è stato l’aver coinvolto chi da tempo si era staccato dall’immagine opaca del Sangiovese romagnolo da pochi euro a bottiglia, quindi non solo a Modigliana ma nei dintorni: Fattoria Zerbina, Paolo Francesconi, Nicolucci, Calonga…Walter Speller ha parlato di vini post-moderni, a me sembra che post-moderno sia questo marketing di gruppo e di territorio, aperto e disinvolto. I Sangiovese in assaggio, dal 1992 al 2021, hanno presentato profumi “verdi” e agrumati ma anche mineralità e note  terrose; in bocca hanno offerto profili equilibrati e tannini composti, talvolta sapidità e sempre buona persistenza. Le differenze possono emergere dalle posizioni dei vigneti anche all’interno delle singole aziende, perchè in vallate nord-sud conta molto l’esposizione sul lato  est o su quello ovest senza tralasciare le pendenze che sono spesso notevoli. Prevedibilmente ci sono altre uve rosse in giro, dal cabernet franc all’immancabile pinot nero al localissimo centesimino, con risultati anche convincenti. Perchè poi alla fine dei salmi i prezzi rimangono contenuti, anche se ci è stato fatto capire che l’intenzione collettiva è quella di alzarli un po’. Pure i prezzi fanno parte dell’immagine.

Colline attorno a Modigliana

Diverso il discorso sui bianchi, fra cui manca un’omogeneità di vitigni e di stili. A parte i prevedibili albana e trebbiano sono presenti nelle vigne chardonnay, riesling renano, marsanne, sauvignon blanc, moscato; probabimente anche altro. C’è chi usa acciaio e chi tonneaux, o un misto, e fa capolino anche l’anfora. Mi dicono che dall’anno prossimo potrà uscire il nome Modigliana accanto alla DOC Romagna anche per il bianco, ma non mi sembra che la situazione sia opportuna per questo, vista la diversità delle proposte a fronte di una tiratura limitata di bottiglie. Mi ha comunque colpito, a dimostrazione del carattere individuale di vini e vignaioli, l’assaggio di quattro giocosi frizzanti “ancestrali” fuori catalogo: tutti ben fatti ma da uve o uvaggi diversi, varietà rosse comprese. Chissà cosa faranno con la vendemmia a venire.

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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