Quel Bastardo di un Trousseau1 min read

Il vitigno Trousseau in terra portoghese è chiamato Bastardo, ma in questo bicchiere si è rivelato un  purosangue. Effetto indubbiamente del terroir giurassico dell’Arbois, ma anche della sapiente mano (biodinamica) della famiglia Tissot.

Mi sa che ho bevuto questa selezione Singulier in un momento giusto della sua evoluzione, sta di fatto che ha espresso grande complessità olfattiva anche se di intensità contenuta: fiori freschi e secchi, molte spezie, lieve frutto e l’ancor più lieve sentore che essendo in Francia si può chiamare gibier.

In bocca mi ha offerto una vivace acidità fruttata e allo stesso tempo una notevole setosità, da tannini perfetti: piacevole connubio dall’ottima persistenza. Alla vista il rosso, di tonalità calda, era leggero anche se poco luminoso (niente filtrazione).

Arbois Trousseau AC 2016 Singulier, Benedicte et Stéphane Tissot (Domaine André et Mireille Tissot)

Sui 30 € all’uscita

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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