
VINteressa
Quando uno scoglio può arginare il mare: Emilio Placci e il Pratello
Lui, il Francesco Guccini del vino italiano, ha assecondato la sua natura e sta invecchiando con dignità nella sua Isola (non) trovata.
Lui, il Francesco Guccini del vino italiano, ha assecondato la sua natura e sta invecchiando con dignità nella sua Isola (non) trovata.
Si dice che l’entusiasmo sta alla vita come il colore sta al dipinto. Ecco, Vincenzo va addirittura oltre, perché è un uomo entusiasta della vita stessa. Della vita così com’è, con le sue tempeste e i suoi arcobaleni.
Il Babarcarlo è un vino unico e raro, il cui protocollo di vinificazione è pressoché identico da almeno mezzo secolo: macerazione di una settimana o poco più, maturazione in botti di legno di rovere di Slavonia da 20 ettolitri e imbottigliamento tra la fine di aprile e la prima decade di maggio.
Di tanto in tanto c’è bisogno di dare un significato alle cose più vicine a noi, a quelle che pensiamo di conoscere, che consideriamo scontate. E dopo vent’anni di servizio mi sono chiesto cosa fosse per me il vino. La risposta sta nelle pagine che seguono.
Ci sono varie Loira: quella turistica e un po’ mielosa, quella vissuta, annusata e frequentata, quella degustata e seguita in lontananza. Poi c’è la Loira di Francesco Falcone e le mette d’accordo tutte.
Ogni libro possiede un timbro, un colore, un atteggiamento. A volte è difficile coglierlo subito. Certe letture bisogna guadagnarsele con pazienza. Come nel caso di “È un vino paesaggio” della giornalista triestina Simonetta Lorigliola.
Frequento da tempo l’Abruzzo del vino, quanto basta per apprezzarne la vocazione anche sull’ostico versante rosatista (rosato che da quelle parti è nobilitato da un nome bellissimo: “Cerasuolo”).
Nell’ampio repertorio enoviticolo della Romagna, la provincia di Rimini è certamente la meno estesa, ma non la meno ricca di storia: esiste infatti una solida documentazione che ne legittima la vocazione produttiva – evidentemente rossista- a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del secolo scorso.
Oggi più che mai era necessaria un’opera nella nostra lingua che mettesse i vignaioli borgognoni al centro dell’universo; che della regione portasse in superficie soprattutto i fermenti umani. È questo il merito più grande di Vini e Terre di Borgogna
Alla domanda: “Che cos’è la passione?” si potrebbe rispondere mostrando gli occhi di Chiara Condello quando parla di vino. Un insieme di ardore e di sofferenza, di coraggio e di patimento, di slanci e di timori, di desideri e di incertezze, di tentazioni e di debolezze.