Cosa è successo per portare in piazza 400 produttori borgognoni arrabbiatissimi? L’idea era di inserire, a sud, una parte dei comuni del Beaujolais nel Borgogna AOC, togliendone un pezzo a nord, in zona Chablis.
So bene che si producono tanti Champagne insipidi e ciechi alla bellezza, ma si fa presto a dimenticarli non appena se ne intercetti una buona bottiglia
Esiste un vitigno bianco in Borgogna che non solo ha resistito all’imperante chardonnay, ma ha anche una sua AOC in terreni tra i più vocati. Lo producono anche Madame Leroy, Aubert de Villaine, Coche-Dury.
Un liquore particolarissimo, che nasce addirittura nel 1863, quando il chimico e farmacista francese Angelo Mariani creò questo tonico utilizzando del Bordeaux in cui faceva macerare per delle ore delle foglie di coca del Perù.
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Oggi più che mai era necessaria un’opera nella nostra lingua che mettesse i vignaioli borgognoni al centro dell’universo; che della regione portasse in superficie soprattutto i fermenti umani. È questo il merito più grande di Vini e Terre di Borgogna
Perché Chablis nonostante le premesse e le apparenze è un prisma inarginabile, un vino burrascoso e non progettabile altrove, a dispetto dei numerosi tentativi fatti un po’ ovunque sulla faccia della terra.
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