
Assaggi
Rossi siciliani: degustazione da incorniciare!
Siamo rimasti quasi strabiliati dal grande numero di vini che ha superato le 3.5 stelle, nonché della media qualitativa, veramente molto elevata.
Siamo rimasti quasi strabiliati dal grande numero di vini che ha superato le 3.5 stelle, nonché della media qualitativa, veramente molto elevata.
Grazie al Comune di Milo abbiamo potuto raccogliere e degustare bianchi e rossi dall’Etna e da tutta la Sicilia.
Conferma dell’Etna come zona vocatissima eche sta piano piano prendendo coscienza di sé, ma il nero d’avola si propone comunque come grande interprete del resto della Sicilia.
La Sicilia, come e più del resto del Mezzogiorno, dispone di un patrimonio di risorse, innanzitutto umane, ma anche ambientali e culturali, poco o male utilizzate. Tuttavia il vino è una luce che – seppur a intermittenza – illumina una regione che vuole rilanciarsi e custodire l’essenza del suo terroir.
E dopo aver parlato in generale di Milo e dell’Etna scendiamo nel cuore degli assaggi parlando dei bianchi e dei rosati siciliani che abbiamo degustato nella nostro soggiorno etneo.
La domanda ricorrente durante gli assaggi dei rossi siciliani è stata “Ma la freschezza?” Sapevamo perfettamente di essere in Sicilia, terra calda per definizione (Etna a parte), ma dopo aver ripetutamente incontrato rossi con alcolicità magari equilibrate ma sostenuti solo da tannini più o meno grossi e ruvidi, senza che il palato venisse titillato da sensazioni legate all’acidità del vino, la domanda ci è sorta spontanea.
Una immagine del Moulin Rouge di Toulouse-Lautrec è al centro della copertina di questo numero di luglio, ad accompagnare il titolo “L’arte di collezionare: i consigli degli esperti per creare una grande cantina”. Titoli minori sono per gli Chardonnay e gli Zinfandel della California, cenare a Los Angeles, il meglio dell’Australia, Louis Latour, il principe della Borgogna.
Assaggiare vini siciliani è sempre affascinante, specie se è estate e sono bianchi. Questo perché la Sicilia del vino è forse la regione più “estremista” d’Italia, perché vi nascono prodotti che definire diametralmente opposti è dire poco. Se lasciamo da parte le grandi masse (si parla del 70%) che emigrano verso altre realtà a prezzi … Continua a leggere