Rossi siciliani: degustazione da incorniciare!2 min read

Se i bianchi siciliani degustati quest’anno  non ci avevano convinto non possiamo dire lo stesso dei rossi!

Siamo rimasti quasi strabiliati dal grande numero di vini che ha superato le 3.5 stelle, nonché della media qualitativa, veramente molto elevata. Questo sia per quanto riguarda i rossi etnei che quelli a base nero d’avola, per non parlare delle eccezionali performance dei (purtroppo pochi) Cerasuolo di Vittoria, dove il nero d’avola si sposa al frappato. Incredibilmente (vista la nostra idiosincrasia per i vitigni alloctoni) abbiamo avuto buoni risultati anche da diversi vini a base merlot e cabernet sauvignon.

Gli assaggi svoltisi a Milo, grazie all’amministrazione comunale, sono stati sicuramente i migliori da quando assaggiamo vini siciliani. E non è dipeso da un’annata fortunata, perché hanno avuto grandi punteggi vini dal 2014 al 2017, segno di una maturità enologica non legata a una vendemmia baciata da dio. Un altro dato importante è che, pur essendoci cantine famose tra le migliori, oramai queste sono affiancate da diverse piccole realtà che, anno dopo anno garantiscono una qualità media molto alta. Questa è la Sicilia che volevamo e per questo siamo felici.

Come detto abbiamo trovato grandi vini ovunque, ma tutti legati da due caratteristiche: la complessità e la non semplicistica  piacevolezza.

Da un lato infatti non abbiamo trovato (non totalmente… ) quei vini siciliani piacioni e rotondi, levigati da legni di alto livello, ottimi per il mercato internazionale. Molti dei rossi degustati quest’anno hanno mostrato carattere, profondità, anche spigoli da ammorbidire, dimostrando così unicità e voglia di far uscire veramente fuori il territorio.

Accanto a questo non è stata per niente rinnegata la grande ed in alcuni casi  voluttuosa piacevolezza, sia si parli di un vino giovane che di un prodotto con 5-6 anni di maturazione.

Una vera prova di maturità e vi invitiamo ad andare a guardare i risultati, perché vi troverete vini di assoluto valore.

L’unica nota “negativa” è quella dei prezzi che in diversi casi raggiungono cifre da Barolo o Brunello di pregio. Crediamo che fare vino di alta qualità costa anche in Sicilia, ma prodotti che rasentano o superano i 100 euro ci sembrano francamente una cosa almeno da segnalare per evitare future escalation non giustificate dalla qualità.

Come è da segnalare la grande disponibilità di Pippo Privitera, del Comune di Milo e del suo Sindaco Alfio Cosentino..  A loro va il nostro grazie.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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