La Sicilia, come e più del resto del Mezzogiorno, dispone di un patrimonio di risorse, innanzitutto umane, ma anche ambientali e culturali, poco o male utilizzate. Tuttavia il vino è una luce che – seppur a intermittenza – illumina una regione che vuole rilanciarsi e custodire l’essenza del suo terroir.
Ho conosciuto Federica Fina su uno dei tanti social network che un po’ tutte le aziende, con un minimo di lungimiranza, ormai usano per far conoscere i loro prodotti.
La domanda ricorrente durante gli assaggi dei rossi siciliani è stata “Ma la freschezza?” Sapevamo perfettamente di essere in Sicilia, terra calda per definizione (Etna a parte), ma dopo aver ripetutamente incontrato rossi con alcolicità magari equilibrate ma sostenuti solo da tannini più o meno grossi e ruvidi, senza che il palato venisse titillato da sensazioni legate all’acidità del vino, la domanda ci è sorta spontanea.
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