
VINviaggio
Quel che resta di Chablis
Perché Chablis nonostante le premesse e le apparenze è un prisma inarginabile, un vino burrascoso e non progettabile altrove, a dispetto dei numerosi tentativi fatti un po’ ovunque sulla faccia della terra.
Perché Chablis nonostante le premesse e le apparenze è un prisma inarginabile, un vino burrascoso e non progettabile altrove, a dispetto dei numerosi tentativi fatti un po’ ovunque sulla faccia della terra.
Questi due esemplari sono rimasti nella mia cantina dopo l’acquisto diretto dal distributore (all’epoca Dalle Vigne). Ma altrettanto importante per lo stato di salute del vino è la scelta del tappo a vite da parte di Shaw & Smith, che esclude un bel po’ di dubbi e potenziali problemi. Il produttore l’ha adottata per tutte le etichette.
L’occasione ufficiale era quella di presentare alla stampa, l’annata 2013 di Appius, ma in realtà il 2017 è l’anno in cui si festeggiano almeno altre tre ricorrenze.
Ed eccoci a parlare delle tipologie franciacortine più conosciute e bevute, Brut e Satén, nonché di quella ultima arrivata e sempre un po’ discussa dei Rosé. Le nostre degustazioni, solo per queste tre tipologie, ci hanno permesso di confrontare più di 200 campioni e quindi avere un quadro esauriente. Tra le considerazioni generali, oltre a … Continua a leggere
Fondamentalmente la Franciacorta ha il pregio non indifferente di sapere perfettamente che cosa deve fare per produrre delle buone bollicine e, in attesa che le vigne diventino più vecchie e magari il clima più fresco, lo sta facendo abbastanza bene.
Ancora annate 2014 e 2015 sotto esame, e due diversi terroirs: Vosne-Romanée in Côte-de-Nuits e Maçon, come dire il ricco e il povero. Da 6 a 300 € la bottiglia, ce n’è per tutti . Poi: il dossier sulla crescente diffusione degli strumenti tecnologici e della connettività tra i vignerons.
Quando si parla di Champagne si fa spesso riferimento all’aristocrazia. E invece in Champagne mi affascinano gli aspetti rurali, paesani, gli eterni spazi disabitati, l’immensa solitudine delle notti d’inverno, le cicatrici delle guerre, visto che la sua posizione geografica l’ha sempre sottoposta alla furia degli eserciti fin dai tempi più remoti.
Ed eccoci alla seconda parte dei risultati dei nostri assaggi friulani. Assaggi che hanno toccato varietà conosciutissime e di moda come sauvignon e pinot grigio, un po’ meno importanti ma di alto profilo come malvasia e pinot bianco, autoctone e non come il friulano, la ribolla gialla, il muller thurgau e il traminer, ma per assurdo non l’uva bianca più piantata in regione.