Stampa estera a portata di Clic: Bourgogne Aujourd’hui, n. 137, 20174 min read

Ancora annate 2014 e 2015 sotto esame, e due diversi terroirs: Vosne-Romanée in Côte-de-Nuits e Maçon, come dire il ricco e il povero. Da 6 a 300 €  la bottiglia, ce n’è per tutti . Poi: il dossier sulla crescente diffusione degli strumenti tecnologici e della connettività tra i vignerons. La degustazione: l’annata 2012, un grande millesimo bicolore. A questo numnero si accompagna anche il supplemento periodico dedicato ai Beaujolais.

Vendemmia 2017, come è andata?

Cominciamo con l’editoriale di Christophe Tupinier: in copertina l’annata 2017. Se ne  parla più avanti anche nella rubrica L’Actu, in un articolo dal titolo significativo  “Tutte le speranze sono ammesse”. In poche parole: tutto fa pensare che l’annata 2017 sarà una grande annata per lo Chardonnay, come nel 2015. Il gelo nello Chablisien, la  difficile floraison nel Maçonnais, problemi analoghi e  le muffe  che hanno afflitto Côte Chalonnaise e Côte d’Or hanno fortemente limitato le quantità. Risultato: i vignerons hanno raccolto poca uva, ma di grandissima qualità. Anche se a vendemmie ancora in corso (l’articolo risale all’incirca a metà settembre) fare previsioni sull’annata è sempre un azzardo, è lecito sperare in un grande 2017.

Per i rossi è un altro discorso. Qui  si assiste a un significativo recupero delle quantità, complici il fenomeno di compensazione che segue le annate che seguono a quelle di gelo, e la tentazione di innaffiare in un’estate caldissima, sicché i risultati attesi sono di una grande disomogeneità, con un’ottima qualità nei produttori più scrupolosi, e vini più facili e diluiti  per quelli che sono stati costretti a recuperare i costi dopo l’annata-magrissima- del 2016, nella quale alcuni più sfortunati hanno lamentato  perdite che arrivano al 90%.

Degustazioni e notizie

Poi l’agenda e le notizie: la più rilevante, dopo la nascita dell’AOC Vezelay, è quella della nuova AOC regionale, Bourgogne Côte d’Or, che diventerà operativa dal 2018. A seguire l’intervista  a Dimitri Bazas, vigneron nato in Grecia, ma  enologo apprezzato in Borgogna dal 1991, e il curioso servizio fotografico  di Thierry Gaudillière, effettuato  presso il Domaine Berthelemot di Meursault, dal titolo “ L’abito fa il vendemmiatore”.

Eccoci alle degustazioni degli ultimi millesimi (2014 e 2015), partendo da Vosne-Romanée e Nuits-Saint-Georges , dove sono stati prodotti rossi degni del loro rango. Meglio 2015 rispetto al 2014 e Nuits-Saint-Georges più brillante di Vosne-Romanée . I valeurs sures: la Maison Ambroise  e i  Domaines Chauvenet-Chopin e Philippe Gavignet , il Domaine Arnoux-Lachaux  di Vosne-Romanée l’incontournable.  Migliore bottiglia un Vosne-Romanée Les Barreaux 2015 del Domaine Anne Gros, con 19/20.

Eccoci ai vini di Maçon delle annate 2015 e 2016. Spicca il 2015, e, sorprendentemente, nei vini rossi, ma il punteggio più alto lo spunta un bianco, un Maçon Milly-Lamartine de Le Clos du Four 2016 (18.5/20).  Riesame dell’annata (“bicolore”) 2012: raro che bianchi e rossi abbiano riuscite uguali, ma questo sembra il caso.

Al vertice (non sorprenda), per i rossi,  un Marsannay  village, il Trois Terres  vieilles vignes del Domaine Jean Fournier, uno dei migliori indirizzi di questo terroir, quasi alle porte di Dijon (18/20). Non dimentichiamo che , nel Medioevo e nell’età moderna, il terroir di Dijon contendeva il primato a quello di Beaune.

Tra i bianchi, con lo stesso punteggio, uno Chevalier-Montrachet grand cru del Domaine Philippe Colin e un Meursault Charmes Premier Cru del Domaine des Comtes Lafon. Nel servizio che segue si parla dell’ascesa del Savigny-lès-Beaune,  con la degustazione del Premier cru Serpentières  del Domaine Ecard (vertice per la Cuvée Louis Ecard Guyot del 2015). Elisabeth Ponavoy parla della diffusione delle tecnologie nel vigneto borgognone: droni, immagini satellitari, applicazioni informatiche.

Gastronomia

La gastronomia: i gallinacci (parlo dei funghi) protagonisti con un grande Chablis  nell’Auberge de l’Âtre a Quarré-les-Tombes. Poi gli accordi cibo-vini. Spicca la nuova AOC Vezelay. E ancora: i buoni indirizzi (a Chalon e Dijon) e i libri della rubrica “Au fil des pages”.

Supplemento

Nel supplemento dedicato al Beaujolais in copertina i terroirs di Brouilly e Côte de Brouilly, così vicini e così diversi (all’interno la degustazione). Poi Lantignié: l’undicesimo cru del Beaujolais? Ancora: l’intervista a Robert Perroud, “le capitaine”, vigneron nei crus  Brouilly e Côte de Brouilly, gli Chénas di Pascal Aufranc, lo Château des Jacques, Domaine emblematico di Moulin-à-vent, tra Bourgogne e Beaujolais. La degustazione di vini di differenti terroirs: granito o pietre blu? Gastronomia: l’Auberge di Clochemerle a Vaux-en-Beaujolais. Sorpresa: il grande olio della Huilerie Beaujolaise di Jean-Marc Montegottero a Beaujeu.

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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