I Giovani Promettenti per cinque giorni in Langa dal 5 al 9 novembre1 min read

Oramai ci potete rimettere l’orologio: dopo i Morti e i Santi arrivano I Giovani Promettenti che però non coprono l’intero territorio nazionale ma si limitano alla Langa.

Battute e gesti apotropaici a parte, da domenica sera inizia l’annuale avventura degli IGP (I Giovani Promettenti)  in Langa.

Grazie ad Albeisa e al Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, il sottoscritto, assieme a Roberto Giuliani, Lorenzo Colombo, Pasquale Porcelli, Maria Grazia Melegari e Marina Betto assaggerà la mattina quasi 250 tra barolo e barbaresco, mentre i pomeriggi girerà per cantine, andrà in ristoranti,  etc.

I più attenti tra voi avranno notato il nome di due fanciulle, che da una parte stemperano il vieto maschilismo del gruppo, dall’altra subentrano  a chiari acciacchi da “Giovani Promettenti” di Luciano Pignataro, Angelo Peretti, Andrea Petrini e Stefano Tesi: chi si opera alle ginocchia, chi deve fare i moduli per la pensione, chi deve semplicemente lavorare (roba da matti!) e così abbiamo avuto l’innesto al volo di chi renderà sicuramente meno greve l’aria che si respira tra noi vecchiacci IGP.

Quindi da lunedì mattina fino a giovedì  aspettatevi filmati, post, articoli e  foto dalla Langa perché produrremo tanto di quel materiale da farvi sentire in bocca i tannini del nebbiolo.

Del resto lo facciamo per voi, per coinvolgervi in questo duro lavoro che qualcuno deve pur fare.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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