Il Bardolino continua a muoversi sulla strada giusta, quella di non fermarsi al “vino d’annata” ma mettere assieme la straripante piacevolezza del vino con strutture equilibrate, che permettano quindi un discreto invecchiamento.
Il biglietto da visita è intrigante: annata di esordio a tiratura limitata e uve PIWI aliene ai più (Johannister e Bronner) allevate bio a quota 700 ai piedi delle Piccole Dolomiti.
Da qualche anno il Bardolino Chiaretto è diventato il vino trainante della denominazione, prendendo il posto del Bardolino sia sul mercato che nel cuore e nelle tasche dei produttori.
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Pietro, dopo aver conseguito un diploma come perito agrario, negli anni ’90, inizia a lavorare con successo come consulente enologo per importanti aziende vinicole della Valpolicella Classica. Poi…
Sono anni che critichiamo la denominazione per l’abbandono del Valpolicella base a vantaggio di vini più remunerativi e quindi davanti a un vino del genere non possiamo che genufletterci.
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