Se andiamo a scorrere le nostre degustazioni, che hanno visto sia Soave e Soave Classico del 2021 e del 2020 la prima cosa che salta agli occhi è che oramai le conferme sono diventate certezze.
Ma prima di approfondire l’annata 2021 vediamo qualche dato per capire meglio il mondo Soave.
Si parla di circa 38 milioni di bottiglie, di cui poco più di 10 milioni a Soave Classico. Un notevole numero di bottiglie, ma rispetto a questo le giovani UGA nate da pochissimi anni arrivano ad appena 700.000 bottiglie, dimostrando come non sia facile digerire, a livello di denominazione, un cambiamento così importante.
Un cambiamento che avverrà nel tempo ma che, per adesso e per fortuna del consumatore smuove commercialmente poco il mondo Soave, almeno guardando i prezzi dei vini degustati, che poi sono quelli più famosi e conosciuti.
Evidenziando in punti le conclusioni del nostro assaggio di oltre quaranta Soave viene fuori che:
- La qualità media è alta e, come accennato, i prezzi sono sempre bassi , in qualche caso aggiungendo “incredibilmente”.
- Anche nel Soave (chiamiamolo non classico) si trovano ormai vini di ottimo livello.
- Ci sono dei marchi che oramai, anno dopo anno, garantiscono un’ alta qualità, spesso con prezzi incredibilmente bassi (è la terza volta che lo diciamo ma vale la pena ribadirlo).
- Oramai in certi marchi importanti, e parliamo di almeno 10-15 cantine, oltre alla qualità si punta anche ad una certa “riconoscibilità aziendale” che si declina rimanendo però abbastanza chiara.
- La Garganega a Soave è un’uva che porta a ottimi vini ma secondo noi le sue vette qualitative sono ancora inesplorate .
- Per un mercato che punta a riconoscere l’uva, quasi sempre l’uso del legno a Soave è più un problema che un’opportunità.
- Come succede a tante denominazioni, il Soave classico dovrebbe entrare in commercio più tardi, meglio se un anno dopo.
Questi in sintesi i punti salienti dei nostri assaggi, che potrete trovare nel Club Winesurf. A proposito degli assaggi: quando quasi il 76% dei vini degustati ottiene almeno 80 punti (le nostre tre stelle) si può stare tranquilli sulla qualità media della “parte alta” della denominazione.
Sviluppiamo adesso i punti elencati.
Oramai gli assaggi di Soave, dove non solo ci sono sempre più cantine di buon livello qualitativo ma alcuni veri e propri punti fermi dell’enologia nazionale, sono sempre più interessanti.
Questo non tanto e non solo per la qualità dei vini , che anche nel 2021 è alta, ma per delle interessanti differenze che rappresentano poi la mano aziendale. Se mi è permesso esprimermi in vecchi termini langaroli ci sono alcuni importanti cantine con uno stile più “internazionale” e altre, di equivalente livello, con caratteristiche “autoctone” più marcate.
Questa suddivisione “a braccio” non si riferisce assolutamente all’uso di uve internazionali ma al modo di approcciarsi alla garganega in cantina, che porta a vini più fruttati e immediati e ad altri più complessi, mineral/floreali ma anche più chiusi e meno pronti.
In realtà questo è un pregio del territorio, che sta trovando “convergenze parallele” per declinare il vitigno. Un vitigno, la garganega ,che secondo noi deve ancora mostrare una parte delle sue caratteristiche, specie quelle che si ottengono dopo 6-8-10 anni di invecchiamento. Attenzione! Invecchiamento non vuol dire giocoforza “uso del legno” ma semplicemente una gestione oculate del vigneto, dove le rese non devono essere forzatamente basse ma venire da piante equilibrate.
Ma per avere vini che normalmente arrivano ai 10 e oltre anni di maturazione occorre dare un segnale forte. Visto che orami il Superiore è nato morto un modo importante per dare reale valore alle UGA potrebbe essere quello di permettere il loro ingresso in commercio solo dopo un anno dalla vendemmia.
In definitiva siamo rimasti molto soddisfatti dalle nostre degustazioni e i consigli che ci siamo permessi di dare vogliono solo evidenziare una qualità diffusa di ottimo livello che però dovrà trovare un modo per staccarsi nettamente e definitivamente da un ventre molle di milioni di bottiglie molto lontane (anche se nel Soave “non classico” ci sono poche ma sempre più belle realtà) da quei 25/30 nomi che corrono una gara a sé.