Degustazione Bardolino 2020: buoni ma la strada intrapresa è meglio2 min read

Se i Chiaretto 2020 non ci avevano convinto molto con i Bardolino della stessa annata la musica è cambiata, e non di poco.

Una prima generale spiegazione potrebbe essere che se il Bardolino Chiaretto era (e per alcuni versi è) una tipologia da creare quasi ex novo, mentre il Bardolino era un vino da ricreare, da far riemergere da un limbo qualitativo in cui anni di assoluta sfiducia nel vino, di rese troppo alte e di cantine troppo poco adeguate l’avevano relegato.

Questa “Bardolino Revolution” ha iniziato da poco a svilupparsi ma ha portato già dei risultati, tipo che grazie a vinificazioni tecnicamente più attente e rispettose sono spuntati come funghi tanti vini dai profumi netti e piacevoli e dai palati per niente semplici e scontati.

Da qui non si può che crescere e il progetto delle tre sottozone del Bardolino è sia un traguardo che un punto di partenza importante. Nel momento in cui forse anche i “cugini ricchi” della Valpolicella stanno rincominciando a scoprire l’importanza di un vino rosso secco, piacevole ma serbevole, il Bardolino sta un passo avanti, andando a ricercare “la strada di casa” che era stata persa da diversi anni.

Sulla strada di casa abbiamo questa vendemmia 2020 sicuramente non stratosferica ma altrettanto sicuramente ben interpretata dai produttori. Questo ha portato a vini mediamente di buon profilo aromatico dove spicca più il frutto che la spezia e a dei palati equilibrati ma senza quella sensazione di buona pienezza di qualche annata trascorsa.

Ma le cose più interessanti e significative delle nostre degustazioni sono state due: la prima è stata la numerosa (mai accaduta prima prima) presenza di vini di altre annate e la seconda (collegata strettamente alla prima) è che dei 7 migliori vini 4 sono di vendemmie precedenti.

Questo vuol dire che da una parte il territorio sta riscoprendo l’idea di un Bardolino che si stacca dal “rosso d’annata” e dall’altra che lo sta facendo nel migliore dei modi, senza cercare arrotondamenti sdolcinati, uso di legni esagerati, o addirittura concentrazioni strane e poco credibili.

Quindi siamo soddisfatti dei nostri assaggi, sia per quanto riguarda la vendemmia 2020 sia  per la strada che il Bardolino sta seguendo e che siamo convinti porterà a ottimi risultati dal punto di vista della territorialità (e della qualità) nell’arco di 5-7 anni.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE