Degustazione Custoza: quando il Superiore nasce e si sviluppa come si deve2 min read

Quest’anno l’assaggio dei vini di Custoza è stato sicuramente molto triste. Come fare a degustare senza che il pensiero andasse a Luciano Piona, ottimo produttore, grande amico nonché ex presidente del Consorzio, che ci ha lasciati a inizio 2021?

Non è stato facile ma il ricordo di Luciano ci ha fatto venire voglia di capire sempre meglio questa piccola denominazione molto particolare. Infatti tra “vasi di ferro” votati al monovitigno o quasi questo “ex vaso di coccio” nasce da un mix di almeno 4-5 uve che riesce sempre più a salvare la vendemmia in annate non favorevoli.

La 2020 e la 2019 per i Superiore non sono state certo vendemmie  sfavorevoli e l’abbiamo notato soprattutto nei Superiore 2019. Prima però parliamo dei Custoza 2020 che ci sono sembrati leggermente meno convincenti che in passato, forse a causa di imbottigliamenti recenti che li hanno un po’ bloccati dal punto di vista aromatico. Stiamo comunque parlando di vini con prezzi che vanno dai 5 agli 8 euro in enoteca e quindi non è che possiamo aspettarci la luna.

Ma il discorso importante sul Custoza  quest’anno riguarda il Superiore ed è un qualcosa che mi porto dentro da almeno due anni.

Tutte le volte che una denominazione mette in campo un vino di livello superiore (Superiore, Riserva, selezione etc) compie quasi sempre l’errore di proporre un vino più grosso e grasso ma non più grande. In altre parole presenta vini più concentrati e magari molto marcati dal legno, prodotti che sono squilibrati e imbevibili da giovani e non è detto che possano maturare e affinarsi nel tempo.

Il territorio del Custoza

Nel Custoza, con cantine che vanno dal piccolissimo produttore alla grande cooperativa, questo non è successo è sempre più i Superiore sono vini sicuramente più complessi e profondi, ma che da una parte non hanno marche importanti di legno e dall’altra mostrano una complessità che si sposa sempre ad una buona freschezza e ad un corpo dinamico. Sono vini che possono invecchiare per molti anni e che ti sorprendono  sia dal punto di vista qualitativo, sia sotto il profilo del prezzo, sempre convenientissimo per vini di questa caratura.

Quest’anno ne abbiamo avuto l’ennesima riprova e siamo felici di constatare che la crescita del Custoza non solo avviene con equilibrio, ma porta a vini che veramente non hanno niente da invidiare ai grandi bianchi italiani. Provare per credere

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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