Assaggi
Bianchi friulani DOC: eccovi Sauvignon e Pinot Grigio
Ed eccoci alla terza ed ultima parte dei nostri assaggi friulani.
Ed eccoci alla terza ed ultima parte dei nostri assaggi friulani.
Dopo il primo articolo sulla Valle Isarco eccomi a parlare delle visite in cantina. Sono incontri in ordine temporale, nonché nel senso di marcia nord-sud: siamo infatti partiti dal nord della valle scendendo, produttore, dopo produttore, verso Bolzano.
Sei in Valle Isarco e pensi che il termine “valle” abbia un suo senso compiuto. Quindi domandi al primo produttore di vino che visiti a quanti metri sono i suoi vigneti. Ti aspetti un “200-250” (siamo o non siamo in una valle) e invece ti becchi un “Quasi 650!”.
L’occasione ufficiale era quella di presentare alla stampa, l’annata 2013 di Appius, ma in realtà il 2017 è l’anno in cui si festeggiano almeno altre tre ricorrenze.
Rieccoci ai titoloni che si inseguono sull’ormai “famigerato Caso Sauvignon” e non solo quelli; anche svariati sms e mail che continuano a chiedere “Hai letto, Hai visto? Tizio e Caio hanno patteggiato quindi vuol dire che…” Vuol dire cosa? In pratica molto poco, almeno alla luce delle accuse iniziali
Prima di parlare dei vini due parole sulla situazione generale, con da una parte gli strascichi del caso-bluff del secolo, alias “sauvignon connection” e dall’altra la ormai, sembra irreversibile, “glerizzazione” del Friuli. Visto che presenteremo i risultati delle degustazioni in due volte, tratteremo questi due argomenti separatamente, in modo da dargli il giusto spazio.
Chissà se saremo i primi a tenere a battesimo questa nuova categoria di vino in Alto Adige: vini bianchi espressioni di vari vitigni ma che hanno in comune l’estrema concentrazione, la grande potenza magari declinata anche con una discreta dose di legno, seguita da una quasi fisiologica ritrosia (speriamo giovanile) ad esprimersi al naso e possibilità di invecchiamento indefinibili. Noi li abbiamo battezzati “Supertirol”.
Fiori di sambuco e mentuccia e pesca nettarina bianca croccantissima. Eccoli qui i tratti distintivi del Sancerre di Claude Riffault, e sono i caratteri che mi piace trovare in un sauvignon blanc della Loira.