News
E’ morto Bruno Giacosa
Non stava bene da tempo ma la morte di Bruno Giacosa è un brutto colpo per ogni amante del vino e soprattutto per chi crede in un’etica del vino.
Non stava bene da tempo ma la morte di Bruno Giacosa è un brutto colpo per ogni amante del vino e soprattutto per chi crede in un’etica del vino.
L’azienda dimora sulla collina che ha preso il nome dalla famiglia, sono ben otto generazione che i Bonfante fanno vino, Marco è subentrato nel 2000 e con la sorella Micaela ha fondato la Marco Bonfante srl da una costola della tenuta di famiglia.
Ben 10 denominazioni, Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Gattinara, Ghemme, Lessona, Sizzano e Valli Ossolane declinate attraverso i vini di 24 produttori. Tutto questo, domenica 14 gennaio 2018, dalle 11:00 alle 19:00, si chiama TASTE ALTO PIEMONTE “Rome Edition”
Dai nostri assaggi è emersa un miglioramento generalizzato di altissimo profilo: anche nelle cantine piccole la mano agronomica e enologica è ben ferma e precisa. Scordiamoci i vini difettati di qualche anno fa, oggi in Alto Piemonte che tu compri un Gattinara, un Ghemme, più che Boca, Fara, Sizzano, Lessona o le denominazioni sopra dette, avrei sempre un vino di ottimo livello che, per fortuna, non è invaso da legno, che ha le precise connotazioni del vitigno e che quasi sempre costa molto meno dei cugini langaroli.
C’era una volta un territorio dove i produttori di vino dovevano guadare un fiume per andare nel vigneto, dove il più grande produttore di una denominazione ha poco più di un ettaro, dove molti non dico abbiano un insegna davanti alla cantina, ma nemmeno il campanello.
Come sempre i nostri assaggi hanno toccato due periodi: Nebbiolo Prima ad aprile e gli assaggi langaroli con gli IGP- I Giovani Promettenti a novembre. Nel mezzo quasi 7 mesi, tempo nel quale un vino può cambiare molto e per il Barbaresco 2014 è stato proprio così.
A questo Langhe Nebbiolo di Madonna di Como la madonna ha fatto la grazia, profumandolo di rosa e viola e dandogli un tannino benedetto, che tocca il palato ma non lo graffia.
Devo dire la verità, mi dichiaro colpevole senza possibilità di appello, l’azienda Giovanni Abrigo è stata una delle prime a mandare i vini a Lavinium, ben 16 anni fa, e io non sono mai andato a trovare la famiglia. Ci è voluto uno dei viaggi del gruppo IGP in Langa per riuscire finalmente a colmare … Continua a leggere