Anche se non abbiamo trovato le punte qualitative dell’ultima degustazione, sia i 2018 che i 2017 assaggiati hanno mostrato la solita bella e netta aromaticità e una piacevolezza di alto livello.
Un vino caratterizzato dalla grande freschezza e pulizia, sapido ed elegante, che presenta sentori di frutta a polpa bianca e note floreali, con accenni d’agrumi e d’erbe officinali e dove si percepisce l’ormai tanto abusata “mineralità”.
Avevamo in degustazione vini dal 2011 al 2016, quindi sia annata che riserva di varie vendemmie, vini con caratteristiche e peculiarità diverse. Purtroppo quasi mai siamo riusciti a declinare potenza con equilibrio, aromi classici con austera finezza, struttura con complessità, restando anche in qualche caso sorpresi da un uso del legno abbastanza coprente.
Da tempo sostengo che il Verdicchio è un bianco travestito da rosso, oggi vado oltre affermando che La Lacrima di Morro D’alba è un rosso con l’anima da bianco. Se infatti il verdicchio ha corpo e struttura “da rosso”, la lacrima ha profumi che praticamente non hanno pari tra i vitigni autoctoni italiani rossi e solo un vitigno bianco come il gewürztraminer può vantare.
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