Lacrima di Morro d’Alba: buon risultato ma… non è facile mettere d’accordo una ballerina e un orso2 min read

Non possiamo certo lamentarci dei risultati che gli assaggi dei Lacrima di Morro d’Alba ci hanno consegnato.

Anche se non abbiamo trovato le punte qualitative dell’ultima degustazione, sia i 2018 che i 2017 assaggiati hanno mostrato la solita bella e netta aromaticità e una piacevolezza di alto livello, tanto da essere, mediamente e dati alla mano, i migliori assaggi di sempre.

I profumi della Lacrima di Morro d’Alba sono intensi e particolari, spaziando dal pepe a tutta la frutta rossa e nera del mondo, con in mezzo tante belle particolarità.

In degustazione c’erano due annate non certo facili e certamente calde, che però non hanno creato molti problemi alle componenti aromatiche, forse qualcuno in più alla struttura e al corpo dei vini, in qualche caso cedevoli a centro bocca e senza una freschezza adeguata.

Per questo crediamo che un discreto numero di produttori siano ricorsi all’aiuto di una percentuale di montepulciano (ammessa dal disciplinare fino ad un 15%) per dare maggior vigore e freschezza ai vini, sia nei “base” che nei Superiore.

Non c’è niente di strano o di male in questo blend, quando però sentiamo in bocca una tannicità ruvida e non domata in un vino che, come il Lacrima di Morro d’Alba, dovrebbe essere bevuto giovane, ci viene da pensare che forse l’innesto di montepulciano (la lacrima non ha tannicità di livello) dovrebbe essere calibrato in maniera diversa per evitare un vino non certo equilibrato.

Sui Superiore il discorso è diverso e per noi si concentra sempre sulla durata nel tempo della gamma aromatica della lacrima e soprattutto sulla sua terziarizzazione, che difficilmente porta nel tempo a gamme aromatiche di buon livello. Nel caso del Superiore l’utilizzo del Montepulciano è comunque più condivisibile, avendo più tempo a disposizione per “sposarsi” con la lacrima e portare ad equilibri strutturali di buon livello.

Comunque anche se oramai ci sono diverse Lacrima Superiore di ottimo livello la nostra predilezione è sempre per un Lacrima di Morro d’Alba, 100%, che da giovane riesce ad esprimere aromi intensi, unici e inconfondibili.

L’utilizzo del montepulciano in varie forme può andare anche bene ma quello che ne nasce è sempre e comunque un altro tipo di vino, meno poetico e più muscolare perchè, se mi permettete la strana immagine,  non è facile mettere d’accordo una ballerina e un orso.

 

La foto di copertina è del grande fotografo (e pittore) Gregory Maiofis.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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