Roero DOCG: con l’annata 2021 la denominazione arriva in alto3 min read

Iniziamo con i Roero DOCG il focus sul nebbiolo tra Langa e (appunto) Roero: nei prossimi giorni vi parleremo di Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba per poi passare al Barbaresco 2021 e infine al Barolo 2020. Molti si domanderanno perché parlarne adesso, quando sono quasi in commercio le nuove annate e noi rispondiamo al solito modo e cioè che il consumatore finale, cioè colui (o colei) a cui ci rivolgiamo, non beve certo a gennaio 2024 il Barolo 2020, ma praticamente da adesso e quindi questo è il momento giusto per degustare questi vini e pubblicare i risultati.

Ma veniamo al Roero, cioè ad un Nebbiolo che negli ultimi 20-25 anni ha sofferto la presenza di cugini importanti come Barolo e Barbaresco e da circa una decina la concorrenza “casalinga” di tanti Langhe Nebbiolo, il cui successo ha dirottato non poche buone uve su questa denominazione a caduta. I Roero erano così rimasti in un limbo strano, con il risultato di trovarsi spesso dei vini che copiavano i Barolo senza averne le giuste caratteristiche e spesso rimanendo sommersi da dosi eccessive di legno. Tutto questo nonostante buoni produttori non mancassero sul territorio.

Da anni seguiamo da vicino questa denominazione e per questo siamo felici di quanto abbiamo potuto constatare nei nostri assaggi e cioè che il Roero non solo, anno dopo anno, è cresciuto, ma è cresciuto in maniera orizzontale e verticale, cioè sia con tanti produttori che sono riusciti a fare ottimi vini rendendo più gentili i tannini del nebbiolo senza snaturare la freschezza e la finezza che ha nel Roero, sia con vini che oramai non hanno niente da invidiare ai cugini aldilà del Tanaro.

Questo traguardo, che vediamo avvicinarsi da anni (vedi qui e qui) è stato ufficialmente raggiunto con l’annata 2021, una vera certezza per chi vuole provare dei Roero strutturati ma eleganti, complessi e intensi al naso.

I nostri assaggi ci hanno dimostrato questa crescita anche “a ritroso” cioè degustando vini di annate precedenti e notando miglioramenti mano a mano che si arrivava ad annate più recenti. Un percorso chiaro, che ovviamente ha avuto e ha ottimi Roero anche nelle annate più vecchie ma che nel 2021 è giunto a compimento.

Indubbiamente l’annata 2021, veramente ottima per i nebbioli di Langa e Roero ci ha messo del suo, proponendo alcolicità meno impegnative o comunque importanti ma bilanciate da acidità di ottimo livello, però i passi avanti fatti dai produttori del Roero non possono essere frutto solo di una buona annata.

Cinque Vini Top e soprattutto oltre il 75% dei vini che ha ottenuto più di 80 punti stanno a dimostrare che il Roero oramai è seduto allo stesso tavolo degli altri grandi vini di Langa è che ha intenzione di rimanerci.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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