Vougeot fuori da Clos Vougeot5 min read

Inizialmente abbastanza ridotto, si è poi gradualmente aperto all’olfatto, mostrando piacevoli note di frutti rossi e violette, tipiche del Pinot noir. Rubino profondo alla vista, sul palato è armonico,  di buona intensità, richiama frutti di bosco molto maturi, ha una chiusura quasi carezzevole. Si tratta di uno dei rarissimi vini village di Vougeot, proveniente da una vigna di proprietà esclusiva del Domaine de la Vougeraie, il Clos du Prieuré. Non ha ovviamente la complessità e la struttura del cugino Clos de Vougeot, ma rappresenta ugualmente una piacevole sorpresa, perché assai poco conosciuto, anche rispetto ai vini village delle appellation più  vicine, Vosne-Romanée e Chambolle-Musigny .

Non solo “Il Clos”

A Vougeot non tutta la vigna é racchiusa nel famoso Clos costruito dai monaci di Cîteaux ormai quasi 900 anni fa. Fuori di esso ci sono infatti  poco meno di 16 ettari di terra vitata, nei quali si producono ottimi vini, anche se di minor prestigio, e non soltanto rossi: diversamente dal grand cru Clos de Vougeot, che è esclusivamente rosso,  e  della maggior parte del vigneto della Côte de Nuits, nei quali il Pinot noir è sovrano.  A Vougeot,  l’area village, riunita catastalmente sotto l’onnicomprensivo nome di Le Village, corrisponde ad una porzione minima (solo 3.01 ha. in tutto) delle vigne del territorio comunale, ribaltando quanto accade negli altri comuni della Côte d’Or, nei quali rappresenta generalmente  la quota maggiore del vigneto escludendo quella riservata alla produzione  di vini a denominazione regionale.    Una piccola parte di essa (0.21 ha.), declassata, corrisponde alla sezione inferiore, che volge verso Gilly-lès-Citeaux, del climat Les Petits Vougeots, uno dei quattro  premier cru del comune.

Il Clos du Prieuré

Il Clos du Prieuré (il nome ne tradisce immediatamente l’origine monastica) rappresenta la parte maggiore dell’area, la più vicina al torrente Vouge. Le sue radici sono antichissime: prima ancora che nascesse la celebre Abbazia di Cîteaux, che avrebbe costruito il Clos de Vougeot, quelle terre, come gran parte di quelle comprese tra Vosne-Romanée, Flagey-Échezeaux e Chambolle-Musigny, appartenevano al Priorato cluniacense  dell’Abbazia di St. Germain-des-Près. Il Clos  du Prieuré divenne proprietà dell’abate di Cîteaux, Jean de Cirey, nel 1499,  come parte delle terre cedute dall’abbazia parigina in cambio del pagamento dei debiti che aveva  accumulato e a cui non poteva più far fronte. Esso ammonta complessivamente a 1.82 ettari: un po’ più della metà (un ettaro) è  destinata al Pinot noir. Qui sono anche le viti più vecchie: le più antiche  hanno ormai quasi 120 anni, risalendo al 1901/2. Gli ultimi impianti risalgono al 1982-3, ma la restante parte ha tra i 40 e i 60 anni. La parte residua del Clos, quella più vicina al corso del Vouge, è invece destinato allo Chardonnay, per la produzione di vini bianchi. Qui gli impianti sono molto più recenti, ma hanno comunque mediamente 30 anni.

Il suolo del Clos du Prieuré è molto calcareo e abbonda di ciottoli arrotondati, mentre il sottosuolo è costituito da puro limo. Le viti, esposte a est,   hanno una densità di 10.000 ceppi per ettaro, e provengono per l’80% da selezione massale e il restante 20% da cloni. A conduzione biologica dal 1997, certificata dal 1999, è stato convertito alla biodinamica nel 2001. Le rese sono bassissime, meno di 20 q.li /ha. Le uve sono vinificate “ à grappe entière”.

Il Domaine de la Vougeraie

Il Domaine de la Vougeraie, a cui appartiene,  è oggi tra i più grandi dell’intera Côte d’Or, con i suoi  42 ettari, distribuiti tra la Côte de Nuits e la Côte de Beaune ,  e condotti interamente in biodinamica. Fu fondato nel 1999 da Jean-Claude Boisset, ma  il primo nucleo delle sue proprietà risale al 1964, allorquando la famiglia Boisset acquistò 5 ettari a Les Évocelles a Gevrey-Chambertin. Nel corso di meno di 20 anni Charles e Nathalie Boisset hanno  acquisito, in tempi relativamente brevi, notevoli proprietà in Côte d’Or. Dapprima in  numerosi  grand cru della Côte de Nuits: Clos de Vougeot , Musigny, Bonnes-Mares e Charmes-Chambertin. Poi è stata la volta del Corton-Clos du Roy e del Corton-Charlemagne e delle parcelle di Les Grèves, a Beaune. Ma la crescita  continua tuttora, con nuove terre acquistate nel 2014  a Puligny-Montrachet, nel climat Champ Gain insieme con alcune porzioni village,  e   nei grand cru bianchi della Côte-de Beaune, Bâtard-Montrachet, Bienvenus-Bâtard-Montrachet e Chevalier-Montrachet.

Ma, anche se la sede del Domaine è a Prémeaux-Prissey, nel terroir di Nuits-Saint-Georges, dove esso possiede  vigne a Damodes e nel Clos des Corvées Pagets, il suo cuore  è a Vougeot. Qui il Domaine de la Vougeraie possiede una decina di ettari. Oltre naturalmente al Clos du Prieuré, due parcelle nel Clos de Vougeot : la più grande, di 1.2 ha., nella parte migliore, più alta, a Mentiottes-Hautes, acquistata nel 1997 da L’Héritier-Guyot, e l’altra, più piccola, 0.30 ha., in basso, a Baudes St.-Martin, proprio accanto alla parcella del Domaine Leroy, acquistata quattro anni prima dal Domaine Pierre Ponnelle.

Il Clos Blanc

Ma soprattutto possiede il Clos Blanc, uno dei quattro Premier cru di Vougeot,un monopole di 2.29 ettari, l’unico ad essere destinato esclusivamente alla produzione di un raro e pregiatissimo bianco, dotato di una storia che non ha nulla da invidiare  a quella del più celebre grand cru. Pierre Vincent, che nel 2006 ha preso il posto di Pascal Marchand come winemaker del Domaine de la Vougeraie, lo descrive come un vino col naso di uno Chablis e la potenza di un Meursault sul palato. Ricco e opulento, ha bisogno di una decina di anni per distendersi pienamente.

 

Vougeot rouge Clos du Prieuré Domaine de la Vougeraie 2015 (costo presunto in enoteca, 70 euro la bottiglia), distribuito in Italia da Sarzi-Amadé.

Domaine de la Vougeraie, 7 bis, rue de l’Église, 21700 Prémeaux-Prissey, www.domainedelavougeraie.com

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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