Un’idea nata per ricordare un maestro di vita e un pezzo di storia chiantigiana, non solo ha incasellato ben dieci edizioni ma è anche diventato un premio estremamente ambito.
Frequento da tempo l’Abruzzo del vino, quanto basta per apprezzarne la vocazione anche sull’ostico versante rosatista (rosato che da quelle parti è nobilitato da un nome bellissimo: “Cerasuolo”).
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