A Montepulciano la degustazione per la X° edizione del Premio Giulio Gambelli. Premiazione il 24 marzo3 min read

Ebbene si! Il premio nazionale Giulio Gambelli per l’enologo under 40 che più si ispira all’idea di fare vino del grande “non enologo” è giunto alla sua decima edizione.

Ho voluto scriverlo ben chiaro così mi convinco anch’io che un’idea nata per ricordare un maestro di vita, un pezzo di storia chiantigiana, un modesto genio del sangiovese (e non solo), una persona dotata di un naso e di un palato senza eguali, non solo ha incasellato ben dieci edizioni  ma è anche diventato un premio estremamente ambito.

Anche quest’anno infatti ben 16 giovani enologhe e enologi hanno inviato i loro vini (in totale erano quasi 60, da tutta Italia) per essere giudicati dalla commissione formata da giornalisti soci Aset e dagli amici di una vita, anch’essi giornalisti, del gruppo IGP, I Giovani Promettenti. E’ stato bello in questi dieci anni veder scorrere le facce felici e le espressioni tra il timido e l’incredulo dei giovani vincitori e ancor più bello è stato constatare che l’insegnamento semplice ma profondo di Gambelli serve ancor più oggi che in passato.

Ora dirò una cosa che potrebbe farmi passare per matto, per un inguaribile sognatore, per uno con la testa tra le nuvole o che vuole fare del facile sentimentalismo, ma sin dalla prima degustazione di dieci anni fa mi sono convinto che il vincitore, anno dopo anno, non l’hanno deciso i vari degustatori ma una sola persona: Giulio Gambelli.

Ne sono fermamente convinto per tutta una serie di motivi che non vi dirò perché sono sensazioni intime e di cui mi vergognerei troppo, ma che ogni anno ritrovo durante la degustazione e nel momento in cui mi viene presentato il vincitore o la vincitrice, e che mi fanno pensare che i nostri nasi e i nostri palati sono sempre e comunque indirizzati dal suo volere, dalla sua voglia di premiare persone umili ma appassionate, gentili, molto competenti ma che non amano le luci della ribalta e che, naturalmente, fanno ottimi vini che Giulio apprezzerebbe.

Ogni anno, tra me e me, gli faccio sempre il solito discorso e ogni anno lo immagino rispondere solo con  quel suo sorrisino furbetto, magari alzando le spalle e naturalmente non dicendo niente, tanto tutto è già stato detto e fatto.

Anche quest’anno andrà così, ne sono sicuro.

Tornando a qualcosa di tangibile, visto che siamo arrivati a 10 anni di vita del premio mi sembra giusto fare alcuni ringraziamenti: in primo luogo ai Consorzi del vino toscani (Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, Brunello di Montalcino e Vino Nobile di Montepulciano) che a rotazione ospitano la degustazione e la premiazione, poi alle aziende per cui Giulio ha lavorato e sono rimaste fedeli al suo modo di fare vino e che da sempre ci danno una grossa mano.

Ma voglio ringraziare soprattutto chi ogni anno ha lavorato perché il premio andasse avanti, ricevendo e analizzando i curricula dei candidati, telefonando, spiegando, gestendo, organizzando: quindi grazie, grazie, grazie a Francesca Pinochi.

Ma non posso non citare Paolo Valdastri, Stefano Tesi, l’attuale Presidente ASET Leonardo Tozzi e sicuramente mi sto scordando qualcuno.

A proposito di scordare: non scordatevi che la premiazione del X° Premio Nazionale Giulio Gambelli avverrà giovedì 24 Marzo alle ore 10.30, a Montepulciano, durante l’Anteprima 2022 del Vino Nobile di Montepulciano.

Fino ad allora il vincitore o la vincitrice rimarrà un segreto, anche per me.

Quindi giovedì 24 marzo alle 10.30, alla Fortezza Medicea di Montepulciano, siete tutti invitati alla premiazione: ci sarà il vincitore o la vincitrice, tanti colleghi e persone appassionate di vino e, naturalmente, in un angolo in ombra, invisibile ma presente come non mai, ci sarà anche Giulio Gambelli.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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