Alessandra Piubello: il vero maestro nella nostra professione è il vino!12 min read

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Alessandra Piubello, giornalista, curatrice della Guida Vini Veronelli e collaboratrice di molte testate italiane e estere. Siamo partiti dalla sua infanzia di “piccola cantiniera” per arrivare alle sue passioni, al lavoro attuale e alle prospettive del giornalismo enogastronomico e delle guide vini.

Winesurf. “E’ vero che  avevi 6/7 anni e alla domanda cosa farai da grande tu hai risposto “farò la degustatrice di vini per una o più guide”?

Alessandra Piubello “Quasi! La storia è questa: mio padre faceva il vino in Valpolicella (per sé, non per venderlo) e io ero “la responsabile della cantina”. Sin da piccola ho respirato un po’ tutto quello che succedeva nel fare il vino e nel vendemmiare. Per me era anche un gioco.”

W. “Quindi sei nata in un tino praticamente.”

A. P. “Questo non lo so ma posso dirti una cosa per me bella. Tra me e mio padre c’erano molti anni di differenza: lui era una persona molto rigida e piuttosto burbera. Aveva fatto la seconda guerra mondiale e anche la persona che da noi faceva il cantinere l’aveva fatta. Quindi io mi ritrovavo a pranzo con queste due persone che bevevano come si beveva allora, però erano gli unici momenti in cui mio padre si apriva e comunicava con me. Il mio papà a tavola si trasformava, era un’altra persona, mi raccontava quello che avevano vissuto, anche tutto quel mondo di sofferenze e per me bambina erano cose incredibili. Per questo il vino per me è stato una specie di collante e un modo per tessere rapporti, un qualcosa che mi è rimasto dentro. Non posso nemmeno scindere il cibo dal vino perché mia mamma era un’ottima cuoca. In realtà tutta la mia famiglia, in qualche modo era impegnata con il vino o con il cibo: mio zio aveva una pizzeria e io andavo ad aiutarlo, un altro zio aveva un’importante azienda che produceva e vendeva prosciutti, un altro ancora aveva una trattoria nei Colli Berici e mio nonno aveva un negozio di alimentari.”

W. “Come ti giravi o c’era cibo o c’era vino.”

A.P. “Vero! Dalla parte materna il cibo, dalla parte paterna il vino.”

W. “Quindi il primo vino che hai bevuto da bambina era quello che faceva tuo padre.”

A.P. “E’ stato un amarone, me lo davano col ciuccio… roba che non si dovrebbe dire. Attorno a cinque/sei anni ero già una piccola cantiniera, anche se scendere in cantina, fare quelle scale verso il basso, mi faceva un po’ paura.”

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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