Quale sarà mai il titolo principale di copertina del numero estivo di TdV? Ma naturalmente per i rosé, i protagonisti delle estati francesi, con 140 cuvées degustate. Poi: la nouvelle vague di Châteauneuf-du-Pape, Cucina al grill, la Cité du Vin di Bordeaux.
Apre il numero l’editoriale di Rodolphe Wartel, dal titolo quanto mai esplicito (Lo schiaffo): ovviamente sul tavolo sono le gelate invernali che determineranno un nuovo brusco calo della produzione di vino in Francia . A riportare in alto l’umore dei lettori provvedono le vignette umoristiche di Master Chat, poi seguono le abituali rubriche di apertura: Terre de web, le indiscrezioni nel mondo del vino, l’angolo del caviste, la scuola del vino (le varietà), le novità dalla Champagne e dal Languedoc, gli appuntamenti del vino.
Si comincia con un articolo “all’inglese” dedicato ai cani dei vignaioli (no, non è Decanter), poi : il vigneron archeologo, che riporta in vita le varietà scomparse (François Henri , a St.Georges-d’Orques, nell’Hérault), lo “charbonnay”, il vino che cresce nei territori del bacino minerario (carbone) al Pas-de-Calais, la saga delle famiglie del vino: questa volta tocca alla famiglia Fabre-Grimaldi, in Provenza, proprietaria dello Château de l’Aumérade.
Ed eccoci finalmente ai rosé, a cui sono dedicate 23 pagine di assaggi. La parte più ampia è , come sempre, per la Provenza, ormai padrona dei mercati mondiali dei rosé, la Corsica e la Languedoc-Roussillon. Poi briciole per Rodano (non c’è l’assaggio neppure di un Tavel), Sud-Ovest, Loira, Bordeaux e Champagne.
Meno ampia è la seconda grande degustazione di questo numero, dedicata ai Bordeaux bianchi, con il sémillon protagonista insieme con il sauvignon blanc. Qualche bella sorpresa sia da piccole proprietà, come Château Pierrail (70% Sauvignon blanc e 30% Sauvignon Gris), sia dalle Maison de négoce (Kressman), ma anche da Châteaux del Sauternais che producono un proprio vino secco (come Le Sec di Rayne –Vigneau).
Le Pepite della Redazione, questa volta a cura di Frédérique Hermine, sono per i bianchi delle Côtes-de-Gascogne, con il Colombard come protagonista, da solo o insieme con l’ugni blanc, famoso nell’armagnaçois. I formaggi: si parla di Pouligny-Saint-Pierre, la “Tour Eiffel”. Si tratta di un formaggio a pasta molle prodotto nell’Indre. Che cosa bere in accompagnamento? TdV propone tre diversi approcci: un bianco dell’Hérault, un rosso provenzale e un Grains Nobles alsaziano.
Il borgognone Domaine Denis Mortet, col suo Gevrey-Chambertin Lavaux-St.Jacques Premier Cru è il protagonista di una verticale, di cui riferisce Yohan Castaing. Le annate: dal 2005 al 2012 (vertici per 2009, 2010 e, sorprendentemente, 2006). Jean Bernard parla nell’articolo che segue dei vini da accompagnare alle carni di piccione, e Laure Goy presenta due vini bio .
Poi, il Prix Goncourt Yann Quéffelec, collaboratore abituale di TdV parla dei vini di Château Jura-Plaisance a Montagne-Saint-Émilion.
Siamo intanto arrivati allo spazio della gastronomia: tocca al grill del ristorante Le Scoubidou, a Canet-en-Roussillon, specialista della brace. Gli itinerari di viaggio: alla scoperta di Chateauneuf-du-Pape che si rinnova, e del Sud-Africa, nella regione del Capo. Ancora: i luoghi del vino a Bordeaux, i libri e lo shopping del vino.
Infine la pagina di Pierre Arditi (ritorno a Lyon: Beaujolais e vini del Rodano). All’interno, un supplemento promozionale che celebra i successi della Cité du Vin nel suo primo anno di vita.