Stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin de France, no. 612, Juin 20173 min read

Quello di giugno della RVF è sempre un numero speciale (anche nel prezzo, costa 1 euro in più), con più pagine (240), perché è quello consacrato alle valutazioni dei Primeurs dei vini francesi, non solo quelle di Bordeaux, generalmente anticipate (almeno per i grands crus) nel numero di maggio.

E’ perciò naturale che anche il titolo più in risalto in copertina (una copertina per la verità affastellata di moltissimi titoli) sia quello dello Spécial Millésime 2016, “I più bei vini dell’anno”.

Altri titoli : il business dello Champagne in aereo, i migliori siti per comperare vini, il Pineau de Charente è il Porto francese?

Si comincia con l’editoriale di Saverot: “ Quel che ci dice la natura”. In sintesi: la fragilità del mondo del vino in Francia e la necessità di innovare e di rendere più flessibile il sistema delle Appellations perché la Francia, ormai solo terzo produttore di vino al mondo, dopo l’Italia e la Spagna, possa conservare la sua leadership.

Subito dopo l’ intervista a due, a Marcel Richaud , dell’omonimo Domaine de Cairanne, e Jean-Luc Baldès, patron del Clos  Triguédina a Cahors.

Di seguito le attualità e le notizie. Qualche tema: ancora le vittime di 1855.com, cresce la febbre contro i vini spagnoli in Languedoc, ambiente: la minaccia del crematorio sulle vigne delle Côtes de Bordeaux, il nuovo ristorante dei  Trintignant a Uzès , il vino dell’Île d’Embiez, alla ricerca disperata di un Danone del vino, i vini per la cucina di Mc Donalds.

Ancora: l’opinione di Pierre Vila Palleja , sommelier-ristoratore a Parigi , componente del comitato di degustazione della RVF, non si confondano terroir e difetti del vino (a proposito della vitivinicoltura “naturale”), i bistrot degli artisti, i vini toscani di Sting.

Dopo le lettere dei lettori e il ricordo di Pitte della leggenda del Barone Le Roy, autoconsacratosi difensore della viticoltura del Midi  negli anni 30-40, l’inchiesta  sulle Ventes privées di vino, i migliori siti per l’acquisto di vini di Francia. Prevale 1 Jour 1 Vin su Vente à la proprieté e Le Carré des Vins.

Libri: Sébastien Lapaque presenta un nuovo libro su Chinon, poi Benoist Simmat presenta la sua inchiesta sul vino sugli aerei, una vetrina straordinaria per le Maison de Champagne.

Ancora la pagina degli accords di Olivier Poussier (la brandade di merluzzo vuole i vini iberici), prima che si dia inizio alla grande rassegna (11.000 i vini assaggiati) dell’annata 2016.

L’articolo di Jérôme Baudouin e Philippe Maurange introduce le degustazioni dei Primeurs di Francia con alcune indicazioni generali e alcuni consigli di cui tener conto negli acquisti.  Seguono gli assaggi dei vini delle diverse appellations, partendo dall’Alsazia (15/20 per la qualità e altrettanti per il potentiel de garde), per passare poi al Beaujolais (15/20 di qualità e un punto in più per l’invecchiamento), a Bordeaux (grande millesimo: 18/20 per i rossi in qualità e potentiel de garde, un po’ meno per bianchi e  moelleux). Grandissima annata (in qualità, ma ahimé, quanto alle quantità) la vendemmia in Borgogna (18-19/20 e 17-19/ per la conservazione per i rossi, un paio di punti in meno per i bianchi). Discreta l’annata per la Champagne (15-16/20 per i Pinot, Noir e Meunier, un punto in meno per gli Chardonnay), poi la Corsica, lo Jura (très bien), la Languedoc, la Val de Loire, Provence (rossi meglio dei bianchi), Rhône (vini molto interessanti en blanc e en rouge, con prospettive eccellenti di garde), il Roussillon (così così), Savoie e Sud-Ouëst.

Dappertutto, nel complesso, buoni risultati, con punte di eccellenza a Bordeaux, in Borgogna e nella Vallée du Rhône.Prezzi in presumibile ascesa, salvo a Bordeaux (la lezione è servita).

160 pagine dopo, il nuovo servizio, sul Pineau de Charente: dieci vini che insidiano i Barsac e i Porto. C’è ancora qualche pagine per la rubrica Patrimoine (collezionismo e aste),peri Coup de coeur dei redattori  (voglia di esotismo con un liquore di prugne giapponese al saké) e, infine, il Débat su una bottiglia: questa volta prevale lo snob, con una bottiglia di un vin de plaisir  a basso prezzo: un IGP Côte de Gascogne blanc del Domaine de Tarriquet.

 

€ 7.95  in Francia, € 8.60  in Italia

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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