Stampa estera a portata di clic: Wine Spectator vol. 44, 20194 min read

Gli onori della copertina toccano questa volta al Pinot noir californiano, al quale va il titolo principale, ai vini spagnoli e ai ristoranti dei Paesi Baschi, e-più in piccolo- ai migliori Great Buys (belle bottiglie a meno di 25 dollari) e a Sarah Jessica Parker che racconta il vino.

Questa volta cominciamo con GrapeVine e le sue rubriche. Ad aprire questa sezione è la  confutazione, da parte della ricerca attuale, di cinque false credenze sul rapporto tra vino e salute, poi è il ritratto-intervista della Parker (la Carrie di “Sex and the City”), annunciato in copertina: l’attrice  ha ora una partnership con la wine company Invivo e il sauvignon neo-zelandese.

Per Wine Focus, Aleks Zecevic parla del cambiamento di stile dei riesling tedeschi, sempre più secchi e focalizzati sui crus, e propone i suoi assaggi preferiti delle ultime vendemmie.

Altri temi: itinerario eno-gastronomico nella regione della Sierra Foothills, in California , formaggi americani in “Cheese”,  le pagine dei columnists (Marcus sul nuovo corso a Carneros e Sanderson sull’”autentico” Blind Tasting).

Il primo grande servizio vero e proprio  di questo numero è quello dedicato al pinot noir californiano celebrato da Sideways.  Ne parla Kim Marcus, che  ha assaggiato per i lettori di WS oltre 650 Pinot noir. La migliore performance della vendemmia 2017 è quella delle Santa Lucia Highlands, ma anche quella delle altre zone, a partire da Carneros, è abbastanza soddisfacente, sebbene l’annata sia stata complessivamente un po’ meno brillante della 2016. Primavera umida, estate calda e un settembre con ondate di caldo: i vini del 2017 sono piacevoli, ma mancano  di struttura.

L’annata 2016 ha segnato la fine delle annate secche, col ritorno della pioggia, e l’estate non troppo torrida  ha ripagato con  vini molto eleganti.

Nella personale graduatoria di Markus, quattro vini raggiungono la fatidica quota dei 95 punti (quella dei vini outstanding): tre sono dell’annata 2016 e uno solo del 2017. Sonoma vince su tutte le altre regioni, piazzando tre vini tra i primi quattro e otto tra i primi dieci. Il sevizio sui pinot californiani è completato da una breve descrizione dei principali territori del pinot della California di Aaron Romano, concluso dalla Alphabetic Guide, nella quale sono presentati schematicamente i risultati delle degustazioni. 650 Pinot noir californiani, ordinati in ordine alfabetico: soltanto le Wineries produttrici, l’annata, il prezzo e lo score.

Voliamo con i lettori di WS in Spagna, dapprima per conoscere i migliori ristoranti baschi, tra Bilbao e San Sebastian selezionati da Robert Camuto, che segnala anche degli indirizzi per sostare nella regione. A seguire Thomas Matthews parla dei vini spagnoli. Il titolo è enigmatico “Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo”. Dopo aver tracciato un breve resoconto sulle regioni Top, Matthews accenna agli altri terroirs (a partire da quelli galiciani), nei quali un’esplorazione attenta fa emergere vini intriganti a prezzi moderati. Infine c’è la strada ancora da percorrere.

I temi sono molti, i fermenti  pure, dal momento che  diversi  produttori maggiori stanno abbandonando le denominazioni di origine, dalla Catalogna, dove è nata una nuova organizzazione di produttori, Corpinnat, alla Rioja, nella quale è rivolta contro il Consejo  e la sua decisione di permettere la specificazione dei  luoghi e delle vigne di provenienza dei loro vini.

Le ultime annate: la 2016 (Priorat leggermente meglio di Rioja e Ribera del Duero) è stata di ottimo livello dappertutto, come le due precedenti. La  2013  è stata la meno brillante, soprattutto nella Ribera del Duero, dove un andamento climatico più freddo e umido ha dato vini più leggeri.

Tempranillo

Quanto ai vini favoriti  da WS, tra i Top wines, vengono dalla Ribera del Duero tre dei sei vini col punteggio più alto (95): gli altri sono un Rioja, un Priorat e un Conca Barberà. I rossi stravincono, ma a 94  punti  c’è un Viña Gravonia bianco di Lopez Hérédia: tra i pochi bianchi predomina l’Albariño, con presenza isolate di godello, garnatxa Blanca , verdejo e Rueda.

Prima della “Buying Guide” resta solo  la consueta passerella dei “Best Values”, dedicata ai vini che hanno più colpito la redazione di WS tra quelli di alta qualità e prezzo contenuto (fino a 25 $). Tra i rossi primeggia la Toscana con i suoi Chianti classico (Badia a Coltibuono 2016 fra tutti, 93/100), tra i bianchi è il momento del sauvignon (cinque vini tra i primi sei, con uno chenin della Loira a fare da intruso).

I nostri sparklings piacciono agli americani, e soprattutto il Lambrusco (due di Castelvetro ai primi due posti), ma anche quelli della Franciacorta . C’è posto anche per   gli spumanti veneti (Prosecco e Durello), ma per nessun Trento classico. Spagna, Francia e Portogallo dominano invece la categoria dei Dessert wines (un Tokaij ungherese l’unico  a non far parte di queste tre regioni vinicole). Eccoci alla “Buying Guide”, con i suoi consigli sui vini di tutte le regioni del mondo, dall’Argentina agli Stati Uniti (questi ultimi ripartiti tra i vari stati). Nelle vetrine dei vini di maggior prestigio abbondano gli italiani: naturalmente Toscana, Piemonte e Veneto (Amarone). Si chiude, come sempre, col Perfect Match: trota di mare con un ispanico Godello.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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