Stampa estera a portata di clic: Terre de Vins, numero speciale enoturismo.3 min read

Uscito quando mezza Europa era già in lockdown, questo numero speciale dedicato all’enoturismo- una carta importante che il mondo del vino francese intende giocare con sempre maggiore convinzione-, suona tra il beffardo e l’augurale. Tant’è: in questi giorni, lentamente, il mondo sta riaprendo e anche questo fascicolo di TdV potrà tornare utile, nell’auspicio di giorni migliori.

Sono 40 gli itinerari che vi vengono proposti, suddivisi in tre grandi sezioni:  Grand Ouest, Grand Est e Grand Sud.

Del primo fanno parte Bordeaux metropole, il Médoc, Graves e Sauternais, la vasta regione dell’Entre-Deux-Mers, Rive Droite, Charente terre del Cognac, il Sud-Ovest, Loira.

Le regioni  comprese nel Grand Est sono la Champagne, l’Alsazia, Jura, Bourgogne, Beaujolais e Rodano settentrionale.

Il Rodano meridionale, con Provenza, Corsica, Languedoc-articolata in due grandi itinerari, Hérault e Aude- e Roussillon, chiudono il cerchio con il Grand Sud.

La struttura di ciascun itinerario consiste in una serie di suggestioni sui  luoghi da visitare, tutti in qualche modo intorno al vino e al cibo, corredata da un carnet pratique che fornisce le informazioni necessarie su alloggi, indirizzi utili, eventi. Naturalmente sono citate con grande rilievo le strutture  vincitrici dei vari  trofei dedicati all’enoturismo assegnati quest’anno da TdV. Tra questi, nella Gironde, l’imponente  Château Lamothe-Bergeron, cru bourgeois del Médoc, e il ristorante Lalique dello Château Lafaurie-Peyraguey, nel Sauternais.

Di particolare suggestione  è l’itinerario che conduce da Cahors a Bergerac, una regione bellissima del sud-ovest della Francia dalla grande gastronomia ancora relativamente poco conosciuta. Da non perdere lo Château Chambert, il più grande Domaine biodinamico della regione (malbec e tartufi neri) . Naturalmente  la Loira,  dalla costa atlantica  a Pouilly, passando per Tours e Angers.

Le altre sezioni sono organizzate in modo similare: dalla Champagne (Aÿ e Celles-sur-Ource gli itinerari suggeriti), alla ricerca della cultura champenoise, si passa all’Alsazia (Strasburgo e i grand crus  delle Trois Terres),  allo Jura alla scoperta del ploussard e alla Borgogna (da Beaune allo Château de Meursault, la Côte chalonnaise e il Mâconnais). Infine le terre del Beaujolais (gamay e l’enoparc de Le Hameau Duboeuf, grand prix spécial per l’enoturismo) e le gemme delle selezioni parcellari del Rodano settentrionale.

Siamo finalmente a Sud. Si comincia con le Dentelles de Montmirail (Gigondas, Vacqueyras, Cairanne e Rasteau) e Vaucluse (grand prix d’or al Domaine de Fontenille, architettura e paesaggio), Il Luberon , il fascino del Ventoux. Poi Var  (con lo Château de l’Escarelle, altro trofeo per la valorizzazione dell’ambiente),  la Provenza  dei rosé, dalle garrigues al Mediterraneo, e naturalmente la Corsica. A chiudere il fascicolo sono gli itinerari dedicati alla Languedoc e al Roussillon: al primo di essi, l’Hérault, si aggiunge un grande inserto a colori , denso di indirizzi. L’Aude presenta lo Château L’Hospitalet (vigne e concerti) a Narbonne e la splendida Carcassonne. Infine il Roussillon e la Côte Vermeille, da Angelès sur Mer a Couillure e infine a Banyuls sur mer, capitale dei VDN.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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