Come sa chi mi conosce bene purtroppo non ho una cantina quindi evito di comprare vini da conservare: quando mi vengono regalati li nascondo, cercando di preservarli da sbalzi termici e luce, così bene da dimenticarli, per poi fare piacevoli ritrovamenti. Anche questo lo sa chi ha condiviso con me bottiglie scordate e ritrovate in fondo a quello che chiamo “l’armadio delle meraviglie” da quando vi ritrovai un vino francese che mi avevano detto di aspettare a bere e… avevo aspettato tanto da dimenticarlo.
L’altro giorno mi sono accorta che, in un angolo, al riparo dalla luce diretta del sole ma non troppo dagli sbalzi di temperatura, in mezzo ad alcuni vini rossi non pregiati c’era finito anche questo Gavi del 2015.
Di primo impatto l’ho considerato “andato”, e mentre pensavo “Chi asserba asserba al gatto”, come diceva la mi’ nonna, con poca convinzione lo stappavo. Inutile aspettare che fosse a temperatura, nel caso lo avrei buttato e ciao. E poi grazie anche all’abbassamento delle temperature di quei giorni in quell’angolo non c’era caldo e il vino non era a più di 10°-12°C.
Il tappo era a posto. Appena messo nel bicchiere un giallo paglierino con riflessi dorati mi dice che forse ancora non tutto è perduto e al naso ne ho conferma. Note di fiori bianchi, frutti maturi ma ancora freschi tra i quali distinguo nettamente ananas e albicocca, che ritrovo in bocca con una punta piccante che ricorda lo zenzero ed una chiusura leggermente ammandorlata piacevolissima.
Aperitivo perfetto!
Lo metto in frigorifero e finisco di cucinare la mia pasta ovviamente senza glutine, con gamberi, vongole e zucchine. Abbinamento non male.
Ne rimangono un paio di calici che accompagneranno, molto meglio, direi perfettamente, un filetto di salmone alla piastra con rucola cucinato per cena.
Circa 15 euro in enoteca (questa annata credo sia esaurita). 100% uve cortese, vinificato e maturato in acciaio. 14° alcol.