Degustazione bianchi dell’Alto Adige 2021: un panorama molto vario8 min read

Decine di tavoli bianchi su cui tenere i molti vini da degustare , sala gigantesca con aria condizionata e illuminazione  perfetta, un servizio amichevole, preciso e accurato. Tutto questo non è avvenuto in un albergo a 5 stelle ma in una cantina, quella di Caldaro, che ci ha messo per il secondo anno consecutivo a disposizione i suoi spazi e il suo personale. Ringraziare il Kellermeister Andrea Moser, Martina Viccinelli per  l’aiuto in degustazione  e tutto lo staff della cantina è il minimo. Lo facciamo pubblicando una foto un po’ particolare dove abbiamo coinvolto Andrea in una specie di omaggio all’imperatore Francesco Giuseppe, ritratto in una storica botte che si trova da più di un secolo nella loro bottaia.

Ai ringraziamenti aggiungiano naturalmente il Consorzio Vini Alto Adige e IDM-Südtirol, perchè da sempre ci affiancano e aiutano nel nostro lavoro che, senza di loro, sarebbe molto più difficile.

Ma veniamo ai vini bianchi e alla vendemmia 2021. La prima annotazione è che si è trattato di una vendemmia abbastanza ritardata rispetto agli ultimi anni, partita con un aprile molto freddo che ha fatto allungare i tempi , passando per un giugno molto caldo e quindi con altri blocchi di maturazione e un luglio con notevoli precipitazioni.

Alla fine possiamo parlare di annata di buon livello ma oramai “condizionata” dalle grandi diversità altimetriche  e geografiche presenti nei vigneti altoatesini, che combinate assieme a vendemmie proprio per questo difficilmente omogene vitigno per vitigno (la stessa uva a 400 metri e a 700 metri non viene certo vendemmiata negli stessi giorni) creano un insieme di situazioni delle quali non è facile trovare un comun denominatore per i risultati delle uve bianche.

Questo non succede o accade molto meno nelle uve rosse, ma di queste parleremo tra qualche tempo. Forse si potrà avere una maggiore chiarezza territoriale quando il ministero approverà le Menzioni Geografiche Aggiuntive, almeno potremo ragionare per territori/vitigni maggiormente delineati.

Vediamo comunque i risultati  vitigno per vitigno

Chardonnay

Lo chardonnay non è generalmente un vitigno piantato ad altezze considerevoli  e per questo il suo risultato è abbastanza omogeneo, ma qui le difficoltà di comprensione sono altre. Partiamo dall’evidenza: un 2021 di buon livello, con media freschezza e corpo più che sufficiente.

Il problema, almeno per noi, è che il mondo dello chardonnay altoatesino si divide in due settori completamente diversi: da una parte i vini freschi da bere giovani, magari non dalle uve migliori, danno risultati sempre sufficienti ma non eclatanti, dall’altra gli chardonnay migliori vengono utilizzati per  quelli che abbiamo definito più volte “SuperAltoAdige” cioè vini con molto (spesso troppo) legno, molto concentrati, che entrano in commercio dopo 2-3 anni a prezzi molto importanti e entreranno in beva (forse) dopo 7-8 anni. Avendo due tipologie così diverse è difficile valutare una vendemmia perché le migliori uve riposano ancora in cantina: sarebbe come valutare il livello del calcio italiano prendendo ad esempio la serie C, dove tanti giovani, magari inesperti, giocano un buon calcio completamente diverso da quello della Serie A.

Voto all’annata: 6.5

Gewürztraminer

Una vendemmia da ricordare quella del Gewürztraminer! Tanti ottimi vini con espressioni varietali importanti, potenti, inconfondibili e con corpi che, forse grazie anche ai soliti pochi grammi di zucchero residuo, hanno ampiezza e potenza. Ma, anche se troviamo 3-4 grammi di zuccheri residui sembrano finiti i tempi dei GW pesanti, opulenti, grassi. Anche quelli che un tempo erano così hanno scelto una strana più dinamica e moderna, molto più bevibile, anche a tavola.

Voto all’annata: 9-

Sauvignon

I Sauvignon che abbiamo degustato si sono distinti quasi tutti per nettezza e buona intensità aromatica ma in qualche casi mancava quella potenza e la “brusca” freschezza che li ha contraddistinti in passato, in altri ci si trovava di fronte a vini un po’ chiusi a cui il tempo non potrà che dare ragione.

I Sauvignon altoatesini sono forse l’esempio più calzante di quello che dicevamo all’inizio: oramai molte cantine  vendemmiano sauvignon di corpo (a quote più basse) e di freschezza (a quote più alte), naturalmente in momenti diversi. C’è da considerare che, specie per le vigne ad altezze importanti, la finestra di vendemmia è piuttosto ristretta e quindi basta “andare lunghi” di due-tre giorni per colpa di qualche pioggia o essere costretti a vendemmiare (per paura di piogge) prima, per avere risposte molto diverse dalle uve. Poi i risultati di queste vendemmie vengono assemblati in cantina e danno vita a  Sauvignon con caratteristiche anche molto diverse tra loro. Niente di male in questo, per carità, ma sicuramente anche qui le UGA porteranno una maggiore chiarezza espressiva.

Voto all’annata: 6.5

Kerner

Facendo una facile battuta ci viene da dire che le “forbici di vendemmia” a cui abbiamo accennato prima pare abbiano ritagliato una grande vendemmia per il Kerner. Vini non solo molto profumati ma con freschezza, acidità viva e, in qualche caso anche equilibrata grassezza. Una media qualitativa alta e soprattutto una caratterizzazione aromatica ben precisa e  molto “spettinata”, che comunque due-tre anni di maturazione porteranno a completarsi. Last but not least, un gran numero di vini top è la dimostrazione della continua crescita di questo vitigno.

Voto all’annata: 8.5

Pinot grigio

Risultati abbastanza deludenti per quello che è il vitigno più piantato in Alto Adige: vini semplici, corretti ma senza grande spinta. Dobbiamo ammettere che non ne avevamo molti in degustazione e quindi il risultato rimane in “stand buy” fino all’anno prossimo.

Sylvaner e Grüner Vletliner

Mai come quest’anno c’è stata una differenza abissale tra questi due vini: Grüner in grande spolvero e Sylvaner leggeri, poveri aromaticamente e strutturalmente. I Grüner invece mai come quest’anno ci hanno convinto con gamme aromatiche ampie, alcune più sul frutto altre sul floreale/minerale, con bocche equilibrate ma di bella freschezza.

Voto all’annata del Sylvaner: 5

Voto all’annata del Grüner Veltliner: 8.50

Pinot bianco

Un vitigno che amiamo molto e proprio per questo non riusciamo a capire perché da due-tre anni a questa parte mostri la solita, classica, eleganza, ma manchi troppo spesso di quel corpo che in passato lo rendeva una delle cose più buone da bere in Alto Adige. La vendemmia 2021 ha prodotto vini corretti e ben fatti, ma senza quell’elegante “grip”  che in passato ha contraddistinto tanti Pinot Bianco.

Voto all’annata: 6

Riesling

Se c’è un vitigno che andrebbe presentato dopo almeno un anno dalla vendemmia  è proprio il Riesling. Questo perché in Alto Adige  le sue gamme aromatiche giovanili , giocate su leggeri appunti agrumati, sono spesso poco intense e cominciano e prendere forma come minimo  dopo un anno, con le tonalità particolari che conosciamo tutti e che gli amanti del Riesling  amano. Detto questo i Riesling del 2021 ci sembrano su una buona strada, che fra un anno o due li porterà ad esprimersi molto bene. Per adesso “accontentiamoci” dei 2020, che  quest’anno ci hanno dato alcuni vini di alto profilo, dove la nota di idrocarburo non è dominante ma ben fusa a sentori fruttati e la classica austerità è netta e non edulcorata da qualche grammo di zucchero residuo.

Voto all’annata: 7.50

Müller Thurgau e Moscato Giallo

Abbiamo accorpato i due vitigni visto il numero ristretto di campioni pervenuti. Sul Müller Thurgau non possiamo che confermare quanto detto in passato e cioè che il vitigno rientra sempre meno nei programmi dei produttori: lo dimostra il fatto che dal 2018 al 2021 è l’unica uva bianca che in Alto Adige ha visto restringersi gli ettari piantati, passando da 196 a 177. Segno chiaro che i produttori stanno cercando altre strade e anche i 2021 degustati fanno parte di una tendenza che propone vini corretti ma senza un  impegno particolare. Il Moscato Giallo invece, pur non avendo molti ettari piantati (nemmeno 100) presenta vini di carattere, sia tra quelli vinificati secchi, sia tra i dolci (di cui parleremo più avanti, in una degustazione a loro dedicata).Nasi molto tipici, intensi e corpi equilibrati, quasi senza note amare alla fine.

Voto all’annata del Müller Thurgau: 6-

Voto all’annata del Moscato Giallo : 7.50

Uvaggi

Talmente tanto diversi  che è impossibile farne un quadro omogeneo. L’unica cosa che possiamo dire è che finalmente  sembra superata la moda di riempirli di legno, a favore di vini più distesi aromaticamente e giustamente impegnativi al palato.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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