Come bere bene in Borgogna senza svenarsi: Auxey-Duresses (seconda parte)7 min read

Esauriti i Premiers crus, andiamo ora alla scoperta dei migliori lieux-dits Villages di questa AOC.

Quelli ufficiali sono poco meno di una quarantina, ma un tempo, a quanto pare,  erano molti di più, visto che Danguy e Aubertin (1892) ne avevano individuati più di 130 per la grande diversità dei loro suoli.

Scopriamoli eseguendo una graduale rotazione in senso orario, cominciando dall’area del Mont Mélian, in direzione della confinante Meursault.

La route Beaune-Autun (D973) e il Ruisseau des Cloux segnano di fatto il confine tra i rossi e i bianchi di Auxey-Duresses. In questo settore, confinante con l’area Villages di Meursault, si producono infatti alcuni dei migliori chardonnay dell’AOC.  Il lieu-dit Moulin Moines , il più vicino al fiume, è un monopole del Clos du Moulin aux Moines, che vi produce ancora vini rossi accanto al suo bianco, mentre gli altri di questo settore sono principalmente dedicati allo chardonnay.

Nonostante le vigne abbiano esposizione a nord-est,  i bianchi di questa zona sono spesso eccellenti.  Di Les Boutonniers propongono ottime cuvée parcellari diversi Domaines:  tra questi,  oltre al Domaine Lafouge, mio “coup de coeur” tra i bianchi di Auxey,   niente di meno che il Domaine D’Auvenay (l’altro Domaine di M.me Leroy), che vinifica le uve di una vigna ormai secolare, piantata nel 1923, e che, in quell’area di Auxey-Duresses,  ha insediamenti anche nei due lieux-dits confinanti,  La Macabrée e Les Hautés, anch’essi proposti in parcellare. In posizione più arretrata rispetto al confine con Meursault, in direzione del Ruisseau e di Auxey-le-Grand, anche il Domaine Leroy possiede una parcella  nel vicino  lieu-dit Les Lavières: tutti vini “fuori quota” per la loro rarità e il prezzo. Les Boutonniers si trova praticamente in continuità con Le Meix Chevaux di Meursault, mentre La Macabrée , Les Hautés e Les Vireux, confinano con altri due lieux-dits di Meursault, Les Lucheux e Les Vireuils. Hanno suoli poco profondi, su un substrato calcareo ricco di ossido di ferro e disseminato di “laverottes”, come sono denominate localmente: danno vini bianchi nervosi ed eleganti, che si distinguono per il loro carattere iodato.

Les Closeaux (vi produce un suo rosso il Domaine Terres de Velle) è più indietro, insieme con gli altri lieux-dits di questo settore: il già citato Les Lavières, La Canée, rivendicata dal Domaine De Villamont per il suo bianco, e Les Fosses , dichiarato dal Domaine Moissenet-Bonnard (versione che francamente non mi ha convinto per una non troppo gradevole nota medicinale. Bottiglia difettosa?)

Spostandoci verso il settore più occidentale di Melin, che si spinge verso le Hautes-Côtes, si incontrano  altri 14 lieux-dits. Qui l’altitudine è maggiore, e le vigne sono maggiormente esposte ai venti da nord-est, sicché sono a maturazione più tardiva e talvolta incompleta. In rosso e in bianco, sono vini più sottili di quelli delle altre zone e anche meno spesso rivendicati come selezioni parcellari.  Oltre i limiti comunali comincia l’AOC di Saint-Romain, come ricorda anche il lieu-dit En Poliange, posto proprio sul confine, che praticamente continua  En Poilange nel territorio di Saint-Romain.

Tra le poche cuvée commercializzate in parcellare in quest’area segnalo quelle di Auxey blanc elaborate da Agnès Paquet : la sua cantina è a Meloisey, sulle Hautes-Côtes,ma poco meno della metà delle sue vigne è a Auxey-Duresses. I suoi chardonnay sono prodotti   da una parcella di 5 ettari con viti di 90 anni a Le Hoz , anche in una versione rilasciata un anno dopo dal nome Patience. La Paquet  propone anche  un rosso fruttato dallo stesso lieu-dit da ceppi  per metà degli anni ’50 e per l’altra più recenti.

Agnès Paquet

Sempre da questa zona provengono i vini di un lieu-dit dal nome curioso, Pain perdu, dei Domaines Devenay Mars e Guy Fouquerand, L’Auxey blanc Le Porolley dello Château de Melin e l’Auxey rouge les Rondières del Domaine Gilles Labry, che non ho però avuto occasione di assaggiare: specie quelli delle zone più basse, hanno reputazione più debole a causa dell’umidità. .

Al termine della nostra rotazione, tornando ora da ovest verso est, dal confine con Saint-Romain verso Le Petit Auxey e Auxey-le-Grand Auxey, vi è una lunga striscia di lieu-dit (11), tutti classificati come Villages, situati al disotto de Le Val du Petit Auxey  e La Montagne du Tillet, che arriva a ricongiungersi con i Premiers crus . In quest’ultima zona si producono sia vini bianchi che rossi, in una proporzione più equilibrata.  

Tra questi i più interessanti sono quelli più vicini alla zona dei Premiers crus, e in particolare al Climat du Val: innanzitutto il Les Cloux, una vigna esposta a sud tra i due villaggi, Le Petit-Auxey e Auxey-le-Grand, dove ha una parcella il Domaine Leroy, che lo vinifica in selezione, insieme con diversi altri piccoli Domaines. Vi sono anche delle versioni bianche, dei Domaines Pierre Boisson, Jacques Bavard e a Corinne e Pascal Arnaud Pont (che non conosco).

Sono rivendicati in selezione anche il Creux du Tillet del Domaine Roy, il Largillas di Prunier-Damy (Moissenet-Bonnard vi fa un bianco) e l’Heptures di Piguet-Chouet più a nord, con la Cuvée Mathis, un rosso.

Da un assemblage di Les Nampoillons (all’estremità occidentale dell’AOC, al confine con Saint-Romain) e Les Closeaux (sul lato opposto, verso Meursault) il Domaine Jean Philippe Fichet ricava un bianco di buon livello.

Tra les Cloux  e Les Nampoillons, quasi al confine con Saint-Romain, segnalo un ultimo lieu-dit, Les Crais. Sul suo suolo molto calcareo predomina lo chardonnay (buone le versioni di Alain Gras, da una vigna di 60 anni, e quella del Domaine Prunier-Bonheur), anche se qualcuno, come il Domaine de Chassorney non rinuncia a produrvi un vino rosso.                               

Coup de coeur Villages blanc                                                                                                

Auxey-Duresses blanc Les Boutonniers Domaine Gilles et Henri Lafouge 2020

Un  bianco  di bella intensità e freschezza, naso agrumato con fiori bianchi, fruttato e persistente, che acquisterà maggiore complessità in qualche anno. Un Auxey-Duresses Meursault-like. Ottimo rapporto qualità/prezzo. (sui 30 Euro)

Coup de coeur Villages rouge

Auxey-Duresses Tres Vieilles Vignes Domaine Alain Gras  2019

 Da vigne centenarie, piantate dal nonno di Alain, è qui anche per la sua grande regolarità, che lo fa preferire ad altre etichette pur eccellenti (come il rosso Villages di Lafouge). Fruttato e succoso, appare più pronto del bianco Les Crais, un vino di grande “gourmandise”, di quelli che si apprezzano sulla  ricca cucina di carne borgognona (sui 45 Euro)

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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