Alcune notizie particolari per Pasqua e Pasquetta4 min read

Syrah e grenache in Alsazia

Per chi pensa che col cambio climatico occorra anche cambiare vitigni o utilizzarne altri ecco una notizia che va nella loro direzione: Jean-Michel Deiss lo strafamoso  viticoltore alsaziano, ardente sostenitore della complantation pianterà, terret, counoise e cinsault  su un ettaro di terreno a  Schloessleberg.

Jean-Michel Deiss

“Il clima alsaziano sta cambiando, così mi sto evolvendo mantenendo la mia identità”, questo dichiara e alla domanda del perché syrah e grenache  lui risponde che il clima alsaziano, molto secco, si avvicina a quello di Châteauneuf-du-Pape.

Più Borgogna, meno euro?

Buone notizie anche per gli amanti della Borgogna ma non dei suoi prezzi: nel 2023  la produzione ha battuto, quantitativamente  tutti i record del passato, comunque abbastanza per ricostituire le scorte e quindi rallentare l’impennata dei prezzi. Lo ha dichiarato François Labet, vicepresidente dell’Ufficio interprofessionale del vino di Borgogna (BIVB). Con 1,899 milioni di ettolitri, l’ultima annata ha battuto il precedente record stabilito nel 2018.

Questo nuovo raccolto generoso, dopo che anche l’annata 2022 non era andata male sfiorando 1,75 milioni di ettolitri, permetterà finalmente di avere delle scorte e, forse, di abbassare un po’ i prezzi.

Rubi Yquem? 4 anni e mezzo in prigione!

Chi ha letto il nostro articolo sui recenti furti di vino in grandi ristoranti si ricorderà di quello a El Atrio a Caceres, in Spagna, dove erano stati rubati vini per 1.7 milioni di euro da una coppia. Nei giorni scorsi i due sono stati condannati dai tribunali spagnoli a  4 anni e mezzo di prigione, ma dei vini non è rimasta traccia. Tra i vini rubati c’è anche una bottiglia di Château D’Yquem 1806 del valore di 350.000 euro: per questo pare chiaro che si sia trattato di un furto su commissione.

Dato che sembra ne esistano solo due, se in futuro vi capiterà di bere un Yquem 1806 sappiate che molto probabilmente state bevendo una bottiglia rubata. Che dite? Difficile che vi capiti? Come vi capisco.

La Cina toglie i dazi al vino australiano

Chi produce vino in Australia sta tirando un sospiro di sollievo perché le sovrattasse cinesi sui loro vini che avevano praticamente azzerato le vendite in Cina, stanno per essere tolte. . Pensate che prima della loro imposizione le vendite di vino australiano rappresentavano un fatturato di oltre 1,2 miliardi di dollari australiani (728 milioni di euro). Oggi invece l’Australia vende meno di 10 milioni, sempre di dollari australiani

Sergiy Stakhovsky

Brindate con un vino ucraino e palestinese

Per chiudere questa carrellata pasquale mi sembra giusto ricordare che il mondo in questo momento non è certo in pace e che tutti noi rischiamo molto. Lo faccio con un consiglio enoico particolare che ci porta in Ucraina, in particolare da Stakhovsky Wines, fondata dall’ex giocatore di tennis professionista (8 titoli ATP tra singolare e doppio)  Sergiy Stakhovsky,  che nel 2015 piantò nella regione di  Zakarpattia, nell’Ucraina sud-occidentale vicino ai confini con Ungheria e Romania, una ventina di ettari a  merlot, saperavi, rose traminer, chardonnay, riesling, zweigelt e cabernet sauvignon. Nel 2018 c’è stata la prima vendemmia e forse assaggiare questi vini può farci sentire più vicini a chi la Pasqua la sta vivendo in maniera molto diversa.

Mi sembra giusto anche ricordare che i in Palestina si produce vino e in particolare i salesiani hanno vicino a Betlemme vigne e cantina da circa 120 anni. Il vino si chiama Cremisan e spero che nella tragedia del popolo palestinese questa cantina riesca a mandare ancora, con le sue bottiglie, messaggi di pace.

la oto di copertina è di kalhh da Pixabay

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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