Wine Spectator, vol. 47: l’uomo che ha inventato “The Prisoner” e tanta Italia.6 min read

La “cover story” di questo numero é evidentemente  la “forza creativa” di Dave Phinney, imprenditore californiano, ideatore di  etichette di successo come The Prisoner e Orin Swift, prodotte senza possedere alcuna vigna, e ora  sul punto di  investire in una distilleria di whisky a Mare Island.

Mi concentrerò però sui due articoli più interessanti, rispettivamente sui Brunello del 2017 e le riserve del 2016, e sui pinot noir di Tony Soter, passato dalla California all’Oregon, limitandomi soltanto ad accennare al Wine Focus di questo mese (I cabernet dello stato di Washington, 95/100 a tre Cabernet Sauvignon, rispettivamente di Delille, Leonetti e Quilceda Creek) e  all’articolo “educativo” di  di Alison Napjus “Sparkling conversation”, che,  dopo aver enunciato “le dieci cose che bisogna assolutamete sapere” su di essi, chiude con quattro riquadri a tutta pagina nei quali vengono riportati , rispettivamente per gli sparklings americani (California in primis), gli Champagne, le bolle italiane e quelle del resto del mondo, gli spumanti più interessanti secondo l’autrice, in tre diverse categorie (prestige, di successo e affari).

Cominciamo dal Brunello. L’annata 2017 a Montalcino non ha ripetuto i livelli straordinari della 2015 e soprattutto della 2016, ma ha comunque conseguito un risultato lusinghiero, pur dovendo contrastare  gli ostacoli  di caldo e siccità . Molto lavoro in vigna e molta attenzione nelle vinificazioni hanno consentito ai produttori di raggiungere un livello medio di qualità più che soddisfacente (92/100 la valutazione di WS), in una stringa di millesimi  che, ad eccezione della difficile annata 2014, hanno sempre superato, e spesso largamente, la soglia dei 90 punti, pur se lontani dall’eccezionale 99/100 dell’annata precedente.

Il report  di Sanderson, che ha incontrato e raccolto le testimonianze dei responsabili di diverse aziende, si sofferma  in particolare su alcune realtà. Innanzitutto  Col d’Orcia, una cantina tra le più grandi di Montalcino per estensione, situate a nord-est di S.Angelo Scalo,che ha registrato un calo del 30% dei volumi, e che, in aggiunta ad una drastica selezione delle uve, ha alleggerito le estrazioni, abbreviato le macerazioni sulle bucce (da 18 a 10-12 giorni), effettuando pompaggi più brevi e délestages più lunghi, per evitare  eccessi tannici. Particolarmente fortunata Montosoli, che non é stata colpita dale gelate di aprile, ha avuto rare piogge isolate, e ha quindi sofferto meno, anche grazie alla posizione e all’altitudine , per  lo stress idrico e ha potuto portare  a vendemmia uve perfettamente sane . Più elegante Altesino, più muscolare Caparzo, con la sua esposizione a sud. Il principale problema di Camigliano e delle altre proprietà della zona sud é stato quello di individuare lo stato ottimale di maturazione delle uve, senza incorrere nella sovramaturazione.La vendemmia del cru Poggio Inatteso, un Brunello da vigna singola in altitudine,ha avuto luogo il 20 settembre.Poggio Antico  ha potuto avvalersi di un’accurata recente indagine sui suoi micro-terroirs. Per la sua selezione Altero la scelta é caduta tre parcelle  con rese basse, sfruttando anche il vantaggio dell’altitudine.

Nonostante la robustezza dei tannini, i vini dell’annata 2017 si svilupperanno abbastanza presto, come quelli del 2011. Con una gradazione alcolica piuttosto elevata ( tra 14°5 e 15°),  potranno contare su una vita di 10-15 anni, e faranno parte di quei Brunello che si potranno bere con piacere in attesa dei vini più strutturati , come le riserve del 2016.

Esaminando le liste dei Brunello preferiti da Sanderson nei suoi assaggi, tra quelli dell’annata 2017 spiccano il Montosoli di Altesino e il Paesaggio Inatteso di Camigliano, che spuntano 95/100, seguiti, con un punto in meno da La Casa di Caparzo, l’Altero di Poggio Antico, il Sorgente di Podere Salicutti e il Brunello di Canalicchio di Sopra.

Per quanto riguarda le riserve della felicissima annata 2016,  al Top, con ben 98/100, sono ben sei cuvées: Cerretalto di Casanova di Neri, Poggio alle Mura, Le Macchiarelle di Fanti, Uccelliera, Valdicava,  e il Vigna di Pianrosso Santa Caterina d’Oro di Ciacci Piccolomini. Una decina di aziende ha spuntato 97/100, e altre otto 96/100.

Tony Soter, a cui é dedicato l’altro servizio principale di questo numero , é nello stesso tempo stimato winemaker, agricoltore e mentore. E’ stato un protagonista dell’affermazione del cabernet californiano degli anni ’80, lavorando in aziende come Chappellet, Shafer, Spottswoode e Della Valle, poi, nel 2006 si é spostato nel suo Oregon, di cui é originario, per promuovere il Pinot nero della Williamette Valley. L’articolo si sofferma sulle esperienze di Soter nella Napa Valley e a Carneros, poi, dopo la ricerca senza esito di una tenuta da acquistare in California, a Sonoma County,  Soter si imbatté nei 44 acri di Beacon Hill Vineyard. Era il 1997.

Soter Vineyard

In effetti in quel momento Soter non aveva grandi ambizioni sulla sua proprietà in Oregon, continuando a lavorare come consulente in California. Come ha spiegato a Fish, che ha firmato il servizio, a Beacon Hill ad eccezione di alcune buone vendemmie, i risultati non erano mai stati entusiasmanti, per la difficoltà di quella vigna a raggiungere una maturazione ottimale. Sicché Soter vendette quella proprietà nel 2005, avendo acquistato (nel 2001) il Mineral Springs Ranch, 240 acri nella Yamhill-Carlton AVA, dove, negli anni immediatamente successivi, piantò 40 nuovi acri di Pinot Noir e Chardonnay. Oltre a pinot della Côte de Nuits e di Pommard, il 40% da un  clone misterioso che Soter chiama Heirloom, che ha un profilo aromatico molto distintivo. Conduzione integrale biodinamica, con  animali (mucche dell’Highland, pecore e polli, oche, tacchini, maiali ), un ampio giardino, alcuni agri di grano .La vendemmia é piuttosto precoce, come é prassi nell’Oregon, nella vinificazione  si impiega una percentuale importante di grappoli interi, non diraspati, l’affinamento viene effettuato per una durata di 10-12 mesi  in legni francesi per il 40% nuovi  Il resto é storia attuale. Col marchio Soter sono attualmente prodotte diverse cuvée, nelle AVAS Dundee Hills, Yamhill-Carlton, Eola- Amity Hills   e da vigne della Williamette. La più economica, il Pinot noir Williamette Valley 2019, costa 24 dollari e ha ottenuto 92/100. Per le cuvée più importanti di Pinot noir si sale a 60 dollari (cifre irrisorie rispetto ai cabernet della Napa Valley).

C’é poco altro da aggiungere, a parte la “Buying Guide” con le sue ricchissime tabelle di assaggi da tutto il mondo. Nelle vetrine dei vini Top, i Brunello largheggiano.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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