Da Vittorio dal 1925, a Chiavari: l’osteria, quella vera!3 min read

Si parla tanto di osteria ma oramai il significato stesso della parola è cambiato: si chiamano osteria i locali iperfighi, con piatti e servizio curatissimi, mentre le vere osterie non dico si vergognano a chiamarsi col loro nome ma poco ci manca.

Per fortuna Vittorio a Chiavari, aperto nel 1925, continua ad usare una carta gialla come tovaglia, dove la scritta “Osteria con cucina” ti riporta al vero significato della parola: un locale dove si poteva anche mangiare, ma fondamentalmente si andava per bere un bicchiere e parlare con qualcuno.

Oggi bere solo un bicchiere da Vittorio non è più possibile, perché anche le osterie vere sono un po’ cambiate. C’è quasi sempre coda per sedersi, sia ai tavoli interni che a quelli esterni sotto il portico e il servizio è scandito da ritmi più adatti ad una mensa che ad un locale.

Ma questo lo si può accettare tranquillamente perché quello che ti arriva in tavola non è assolutamente roba da mensa, ma piatti semplici ma curati, sostanziosi, ben cucinati e, last but not least, a prezzi veramente popolari

Per esempio, una vera e propria “piattata” di stoccafisso con le patate (che ti basta per primo e per secondo) la paghi 7 Euro ed è fatto come dio comanda.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di prendere il meglio dal folto menù, pieno di particolarità, come il roastbeef tra gli antipasti ed una intera sezione dedicata alla frutta.

Come antipasti, roastbeef a parte, le acciughe al limone o l’insalata russa ve le consiglio, mentre come primi il minestrone alla genovese o le lasagne al pesto non si possono perdere.

Un discorso a parte bisogna fare per la farinata di ceci, che qui è veramente a livelli di bontà assoluti. Viene preparata continuamente e troneggia sul bancone dentro alla classica teglia da forno rotonda, del raggio di un metro abbondante. Semplicemente non potete non prenderla!

Tra i secondi il coniglio alla ligure con purè, lo stoccafisso con le patate e le acciughe fritte vanno prese in considerazione e magari vi consiglierei anche un contorno di cipolline in agrodolce o di insalata russa (è anche tra i contorni).

Prima del dolce la frutta, con ben otto preparazioni diverse. Volete le pere al forno o le prugne cotte? Da vittorio le trovate, assieme alla macedonia di frutta che varia a seconda delle stagioni.

Tra i dolci in pole position la bavarese alla fragola e la panela, cioè il castagnaccio ligure.

Ma adesso, dopo che tre piatti vi saranno stati portati in meno di 20 minuti, rifiatate un attimo e, guardatevi intorno. Accanto agli immancabili tavoli di turisti vedrete tanta gente locale, magari da sola, mangiare un piatto ed andarsene. Vittorio infatti svolge quasi una funzione sociale, perché con 7-8 euro si può mangiare, seduti, un buon piatto. Molti chiavaresi vengono così a mangiare qui, sia a pranzo che a cena. Lo farei anch’io.

Il vino? A parte lo sfuso della casa (bianco e rosso) che non è male, si possono avere dei vermentini locali e qualche rosso, ma questo non è certo il posto per sfoggiare conoscenze enoiche.

Gli impallinati del vino si consoleranno con il conto: antipasto, primo, secondo, frutta e dolce rischierete di spendere meno di 20 euro, naturalmente mangiando piatti di ottimo livello.

Il segreto di tanta abbondanza a poco prezzo? Si chiama osteria, quella vera!

 

Vittorio dal 1925: Via Bighetti 33, Chiavari.

Telefono: 0185 305093

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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