Vinellando a Magliano e girando per la Maremma3 min read

L’invito del comune di Magliano di far parte della giuria della XVIII° edizione di Vinellando è stato un’ottima scusa per controllare lo stato della vendemmia 2017 in Maremma.

Purtroppo quello che si pensava e si sentiva dire corrisponde a verità: da una parte una perdita secca (mediamente del 30-35% con punte del 70%) di produzione e dall’altra una maturazione fenolica non certo perfetta delle uve rimaste, presentano un quadro piuttosto preoccupante.

Girare per le campagne vitate maremmane guardando vigneti con foglie ripiegate su se stesse, che stentano ad arrivare al terzo filo e con in generale una terra che aspetta acqua da molti mesi se non addirittura da oltre un anno, ti fa pensare a quanto sia cambiato il clima da quando, diciamo 20-25 anni fa, si è introdotto un vitigno come il merlot. Un vitigno di grande pregio, ma che adesso viene vendemmiato in agosto, troppo presto per poter sviluppare le complessità che molti si aspettavano.

Anche mentre stai degustando la ventina di Morellino del 2015 iscritti al concorso rifletti su come le cose siano cambiate in Maremma. Basta leggere una delle voci principali di valutazione, “tipicità” e ti metti a pensare a quale tipicità ci si stia riferendo. A quella degli anni ottanta in cui molti vini avevano “tipicamente” problemi di vinificazione? A quella degli anni novanta, dove la rusticità del sangiovese era un marker fondamentale? A quella dal 2000 in poi, dove invece trionfa la morbidezza del merlot e la facilità di beva?

Questo non per crocifiggere un termine che oramai ha fatto il suo tempo, ma per far riflettere un attimo su come è cambiato il Morellino negli ultimi 40 anni, proprio mentre una nuova DOC solo da grandi numeri come la DOC Maremma, sta cercando di portargli via una fetta non piccola di mercato.

Infatti i Morellino di Scansano, anche “le selezioni” del 2015 (il disciplinare non prevede selezioni) che abbiamo degustato a Vinellando, non sono certo vini che puntano alla potenza e alla tannicità molto espressa. Grazie anche ad una tecnica di cantina  di  buon livello il Morellino è un vino che sposa una buona potenza con una ricerca (spesso esasperata) di rotondità. E’ un vino rosso su cui si può spendere la parola “piacevolezza” senza sentirla vuota o fuori luogo. Personalmente è uno dei rossi che bevo più volentieri durante un pasto e non mi vergogno a dire che spesso i Morellino “base” sono vini che si finiscono in un batter d’occhio alla mia tavola.

Pur avendo impensabili possibilità di invecchiamento (vedi questo nostro articolo di due anni fa) oramai il Morellino di Scansano gioca le sue carte sul mercato dei vini da bere nell’arco di 2-3 anni, spuntando purtroppo (questo è il vero problema) prezzi molto bassi per la qualità media del prodotto.

Qualità media che è venuta fuori anche durante l’assaggio di Vinellando, con la stragrande maggioranza dei vini attestati nella fascia delle 3 stelle (per i non winesurfisti diciamo tra i 77 e gli 83 centesimi) che per noi non è certo poco.

In chiusura, promettendovi per ottobre un accurato assaggio di tutta la produzione, eccovi i primi tre classificati di Vinellando 2017.

1° classificato Montecivoli 2015, Montecivoli

2° classificato Vigna Benefizio 2015,  Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scanzano

3° classificato San Giuseppe 2015, Fattoria Mantellassi

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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