Valoritalia ha organizzato un convegno a Firenze dal titolo: “Toscana il futuro è sostenibile”. Un tema che ormai è centrale in agricoltura ed in particolare in viticoltura.
Quali confini esistono nella degustazione e nella vita? Di quali abbiamo bisogno e a cosa ci servono? Torna Francesco Falcone con, come sempre, un articolo che crea sane domande e molteplici risposte.
Nell’arco di pochi giorni due importanti rappresentanti del mondo del vino cosiddetto naturale, Stefano Amerighi e Alessandro Dettori, hanno fatto dichiarazioni con molti punti in comune.
Come capire se nel vino quelli definiti profumi sono veramente profumi e quelle definite puzze veramente puzze? Vi propongo una teoria permeata di basilare empirismo.
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Di tanto in tanto c’è bisogno di dare un significato alle cose più vicine a noi, a quelle che pensiamo di conoscere, che consideriamo scontate. E dopo vent’anni di servizio mi sono chiesto cosa fosse per me il vino. La risposta sta nelle pagine che seguono.
Alcuni dicono di preferire comunque un vino difettato ad un vino convenzionale piatto e omologato, altri il contrario; io non bevo, se possibile, nessuno dei due.
Il suo Clap Ros è un refosco dal linguaggio universale, bellissimo: profuma di magnolie, viole, ciliegie, lamponi e giuggiole, liquirizia e radici; al palato è puro godimento, fluido, avvolgente, bellissimo e non arriva a 10 euro!
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