Sostenibilità: di necessità virtù!2 min read

Nel mese di dicembre Valoritalia ha organizzato un convegno a Firenze dal titolo: “Toscana il futuro è sostenibile”. Un tema che ormai è centrale in agricoltura ed in particolare in viticoltura.

Valoritalia tra gli organismi di verifica e certificazione più presenti nel nostro paese è di sicuro quello più rappresentativo e nell’organizzare questo incontro ha messo in campo alcuni relatori di sicura credibilità. Sul tavolo l’esperienza di produttori di dimensioni medio piccole come Salcheto a Montepulciano o molto grandi come il gruppo Ruffino, passando per il Presidente del Consorzio del Prosecco e via di questo passo. Un parterre di alto profilo coordinato con la solita maestria dal giornalista Daniele Cernilli alias Doctorwine.

Un filo conduttore ha unito tutti che è riassumibile nel titolo di questo articolo: “Di necessità virtù”.

Perché? Perché a parte la sensibilità comune alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale ed economica (a mio parere vero ulteriore passo necessario), tutti hanno concordato sul fatto che all’estero essere sostenibili non è più una scelta, ma un obbligo se si vuole restare nel mercato. Molto spesso infatti, specie in alcuni mercati, quello di essere sostenibili è un prerequisito non più  soltanto un fatto positivo. Se l’azienda non lo è l’importatore passa oltre oppure è disposto a pagare per lo stesso prodotto molto meno perché gli manca uno degli argomenti di vendita più importanti.

Insomma un mercato finalmente virtuoso che obbliga anche chi non fosse sensibile al tema a diventarlo, pena il restare escluso. Continuo ad essere convinta, come ho già scritto in altre occasioni, che la competenza sul tema del cliente medio italiano (non di quello estero che pare molto più preparato) è piuttosto bassa e confusa. Quanti sanno la differenza tra i termini: biologico, sostenibile, naturale etc? Eppure da questo convegno sono uscita un po’ rassicurata sul futuro della viticoltura, guardando con positiva sorpresa a questo mercato finalmente così virtuoso da obbligare ad uno stile produttivo in accordo con l’ambiente circostante.

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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