Alto Adige, Campania, Friuli Venezia Giulia e Trentino, praticamente al completo e poi bianchi dell’Etna, i piemontesi Gavi e Timorasso, bianchi di Bolgheri, i Vermentino e altri bianchi sardi. Per non parlare di quelli già pubblicati: vi basta?
Delle varie tappe che hanno segnato il Teroldego negli ultimi sessant’anni quella che stanno vivendo i vignaioli in questi ultimi tempi è forse la più importante.
La situazione del Teroldego in Trentino potrebbe essere vista come il classico bicchiere pieno d’acqua a metà: qualcuno potrebbe dire che è mezzo vuoto, altri che è mezzo pieno.
Sono quasi 20 anni che degustiamo Trento Doc e assistiamo costantemente sia ad una sua crescita qualitativa che ad un leggero ma costante cambiamento di quelle che vengono definite “Bollicine di montagna”
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