Stampa estera a portata di clic: Terre de Vins, Numero 52, marzo-aprile 20184 min read

Il titolo principale di copertina di questo numero è dedicato ai vini bianchi che costano meno di 20 euro (“Vento di freschezza!”). Poi tocca ai talenti della valle del Rodano, allo chef bretone  di Saint-Émilion Ronan Kervarrec all’Hostellerie de Plaisance , di proprietà Perse (Château Pavie), e al Sud-Ovest  che difende le sue varietà autoctone. Completano i titoli l’Alsazia incantata di Trimbach e le 100 migliori carte dei vini di Francia.

Naturalmente c’è molto altro: il ritratto di Lilien Bérillon, “pépinieriste” (vivaista) nella Vaucluse, autore, con Laure Gasparotto,  di un libro di cui si parla molto in questi giorni; il Fitou, meta della prima delle due escapades  di questo numero (l’altra è nella Kakezia georgiana) e le consuete rubriche tematiche.

Ma procediamo con ordine, partendo dagli articoli annunciati in copertina. Dei vini bianchi  si parla nella grande degustazione a centro numero. Vi sono incluse tutte le regioni di Francia . Molti i coup de coeur. Vediamone alcuni, che spiccano per punteggio e prezzo. Ben 18/20 per il Marsannay blanc 2015 del Domaine Huguenot (19 euro) e per l’Alsace Muscat Steinstuck 2016 del Domaine Muré (19 euro e mezzo).  Che dire però  sul Costières de Nîmes bio del Domaine Beaubois , 16/20 per soli 6 euro e 70?  Costa appena un euro in più,  il Blanc (tendre) C29 del 2016 dello Château de Rey (un Côtes Catalanes IGP), con la stessa lusinghiera valutazione.

Benissimo (addirittura 17.5/20) il Pierres Blanches bio 2016 del Domaine de Brin, da un terroir –quello di Gaillac- certo non blasonato, ma in sicura crescita. Il talento menzionato in copertina è il giovane Loïc Jamet, che ha affiancato il padre Jean-Paul alla guida del Domaine familiare, un nome prestigioso della Côte-Rotie, avviando uno scambio intergenerazionale intelligente e costruttivo.

Dello chef bretone  Ronan  Kervarrec all’Hostellerie de Plaisance si parla nella sezione dedicata alla cucina: vengono presentate alcune sue ricette e i relativi abbinamenti, che ovviamente valorizzano i Saint-Émilion della proprietà.

Del Sud-Ovest e dei suoi vini si occupa un inserto a colori : al centro sono le originali  varietà dei suoi terroirs, dal Tannat di Madiran al Colombard delle Côtes-de Gascogne, e naturalmente il Malbec di Cahors. Il carnet pratique ragguaglia su indirizzi per mangiare, dormire e naturalmente assaggiare buoni vini.

A Trimbach e ai suoi gioielli alsaziani (basta menzionare il suo mitico Clos Sainte-Hune?) è dedicata la saga familiare di questo numero. Giunti probabilmente dal cantone di Soleure in Svizzera, i Trimbach erano in Alsazia già dal XVII secolo (quando Jean Trimbach ricevette il titolo di borghese di Riquewihr ). Ed eccoci dunque alle migliori 100 carte dei vini dei locali di Francia, il concorso promosso da  Terre de Vins. Tra i ristoranti di prestigio, il primo premio è per Villa René Lalique  di Einger-sur-Moder ; l’Hostellerie Jérôme di La Turbie guida la classifica dei ristoranti gastronomici  e La Gaffe di Saint-Florent quella dei ristoranti tradizionali. Altri premi sono stati assegnati ai bar-à-vins, alle brasseries, bistrots e restaurant bistronomiques, ai ristoranti di catena e quelli dei Palaces (lusso e ancora più lusso).

Di Bérillon si è già detto: a Jonquières, nella Vaucluse, ha reinventato il mestiere di vivaista per preservare la diversità ampelologica e per accrescere la resistenza alle malattie della vigna. Quanto al Fitou, si tratta dell’AOC rossa  più antica del Languédoc: territori tra mare e montagna con suoli diversissimi , nei quali crescono meravigliosi carignan da vigne vecchie dalle rese bassissime. Della Kakezia georgiana, destinazione dell’altro itinerario, si sa : è la culla del vino, dominata dalla catena del Daghestan,  al confine tra Cristianesimo e Islam.

Che altro ancora?  Dopo l’édito di Rodolphe Wartel (le preoccupazioni per gli attacchi della lobby antivino) e le consuete vignette di Master Chat, si susseguono le tradizionali rubriche: terre de Web,le notizie e le indiscrezioni del mondo del vino, le attualità  dei cavistes e dei sommeliers, la scuola del vino (si parla di chenin blanc), e poi le novità dall’Occitane e dalla Champagne, gli appuntamenti di Vinotez-le. Frédérique Hermine presenta i rossi dell’ IGP Collines Rhodaniennes , Laure Goy  le scoperte di Millésime Bio, Jean-Michel Brouard una verticale di La Tour de By (Médoc), dal 1986  al 2015.

Ci sono poi i formaggi  (questa volta si parla di Chaource e dei vini per accompagnarlo), i segreti del rabarbaro in cucina ; Laure Goy parla di rosé bio, Yann Queffélec della cucina di Marc Veyrat. Per finire: i luoghi del vino (ristoranti, bistrot, bar-à-vins), lo shopping degli accessori del vino, i libri, e naturalmente le “coulisses” di Pierre Arditi (i vini  e gli attori).

 

Terre de Vins, € 6.00  in Francia, € 7.10  in Italia

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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