Stampa estera: l’enoturismo “fuori serie” della Revue e di Terre de vins4 min read

L’enoturismo è diventato, negli ultimi anni, una voce importante per le aziende vitivinicole francesi, specialmente quelle di territori già favoriti come mete vacanziere. Dopo la crisi pandemica, i flussi hanno ripreso vigore, se possibile anche più, come reazione ai lunghi periodi di chiusura. Ecco allora i numeri speciali de “La Revue du Vin de France” e di “Terre de Vins”, due delle più importanti riviste “generaliste” del settore, che già da alcuni anni avevano affiancato dei numeri speciali dedicati agli itinerari mensilmente compresi nei numeri normali. Questa volta le due riviste hanno adottato approcci diversi, in parte anche innovativi rispetto alle loro tradizioni passate. Infatti, mentre Terre de Vins ha mantenuto un approccio “arlecchino”, in cui tutti ( o quasi) i diversi territori dell’Exagone hanno trovato posto, raggruppati in tre grandi categorie – Le Grand Sud, Le Grand Ouest e le Grand Est, con il solo Nord, meno “vinicolo” , ad essere sacrificato- La Revue du Vin de France ha adottato un approccio  più monografico, concentrandosi sul Rodano, con gli itinerari preceduti da un’ampia introduzione alla storia del vino nella Valle del Rodano, i suoi territori, le sue varietà.

La Revue du Vin de France, Hors-série  no.42

Il numero può essere agevolmente suddiviso in due parti: la prima, preparatoria agli itinerari che seguiranno, e la seconda costituita dagli itinerari (dieci), tutti riguardanti le regioni del Rodano, sia pure in senso allargato, in quanto l’attenzione della RVF si estende ai territori vicini della Savoia e del Bugey edel Valais svizzero. Un rapido sketch della prima parte: dopo lo spazio riservato ai libri sugli argomenti che verranno trattati, per approfondire, e il consueto quiz a premi (trova la bottiglia e ne vincerai una cassa),si parte con la cartografia antica della regione, un articolo “storico” di Idelette Fritsch sull’eredità vinicola romana, una presentazione sintetica, della stessa Fritsch, delle due culture del vino rodaniano , unite e separate dal fiume nel suo corso (quella settentrionale,vicina alla Borgogna per la sua scelta dei vini monovarietali, e quella del sud, di ispirazione più mediterranea, che coltiva la diversità). Di seguito Karine Valentin presenta i vitigni caratteristici del territorio del Lemano, quelli della Savoia e del Bugey, e poi quelli della parte nord del Rodano e di quella sud. La Fritsch, la Valentin e Pierre Vila Palleja illustrano infine stili e colori dei vini caratteristici dei diversi territori, prima di dare inizio agli itinerari. Si parte da nord-est, col Valais, la Savoia e il Bugey, a ciascuno dei quali è dedicato un itinerario specifico, poi si prosegue verso sud-ovest con gli altri sette itinerari, riguardanti rispettivamente i territori da Vienne a Chavanay, il Tain-Hermitage e l’Ardèche, e poi Châteauneuf-du-Pape, Avignon, Lirac-Tavel-Laudun e le Alpilles. Ciascun itinerario consta di una presentazione generale e di una serie di indirizzi, va da sé, riguardanti principalmente i vini e il cibo, ma comprensivi anche di siti e attività d’interesse turistico-culturale.

Terre de Vins, n. Spécial Hors-série

Il fascicolo “fuori-serie” di Terre de Vins adotta invece un approccio diverso: prendendo spunto dal Trofeo annuale assegnato ai siti e alle aziende d’interesse enoturistico  per ciascuna delle categorie considerate (dall’architettura e il paesaggio alla vigna in famiglia), il territorio vitivinicolo francese viene spaccato in tre grandi categorie eno-geografiche, ciascuna delle quali comprendente più itinerari diversi. Escludendo i territori del nord-ovest, che, anche per la loro posizione, hanno scarsa attrattiva dal punto di vista vinicolo, si parte dal Grand Sud, ampia area comprendente le regioni che si affacciano sul Mediterraneo, dalla Languedoc  al Rodano meridionale , alla Provenza e alla Corsica. Si tratta di 15 itinerari brevi, come da Nîmes alla Petite Camargue oppure intorno al Capo della Corsica: ciascuno concepito come un ricco mosaico di schede di “suggestioni” per l’enoturista (luoghi, siti, cantine da visitare), e un “carnet pratique”, contenente le informazioni essenziali  per degustare, mangiare, dormire e le manifestazioni o i festival principali dell’anno. Il modello si ripete per il Grand Ouest (Médoc, St.-Émilion, Bergerac,  Gascogne, fino a Sancerre, passando per le terre del Cognac): altri 14 itinerari, di cui la metà dedicata all’area bordolese. Infine il Grand Est, comprendente la Champagne, l’Alsazia, il Jura e la Savoia, la Borgogna e il Beaujolais: ancora 11 itinerari preziosi per il  viaggiatore curioso che voglia andare sul sicuro nell’esplorazione di territori da lui poco conosciuti.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


LEGGI ANCHE