Stampa estera a portata di clic: Decanter vol 454 min read

“Passione per il Pinot” è il titolo grande  della copertina di questo numero. I sottotitoli: Borgogna 2018 e stars del Nuovo Mondo.

Poi uno speciale sui viaggi del vino (top wineries di Bordeaux; dove stare nella Napa Valley, i migliori festival del vino del mondo): non c’è che dire, una iniezione di globalismo in un momento nel quale il mondo si ferma e le frontiere si chiudono.

Infine i titoli minori: vini  con ridotto (o senza) volume di alcol, Rodano Settentrionale 2010, Prosecco.

Si comincia, come sempre, con le news, le lettere  dei lettori, i commenti  dei columnists (Jefford: grandi Roussillon, Anson: visitare le cantine  é conoscere le persone, Bennie: la reinterpretazione del mondo del vino nella nuova generazione), le foto dei Decanter Encounter di Londra e Shanghai.

Ecco allora il primo servizio: vini della Borgogna annata 2018. Riferisce Tim Atkin: annata da quattro bottiglie (su 5) per i rossi, tre e mezza per i bianchi. I rossi hanno raggiunto il massimo punteggio solo nel 2010 e nel 2015 in quest’ultimo decennio, gli chardonnay nel 2010 e nel 2014. Quali i Top wines? Tra i rossi, per Atkin stavolta  il risultato di vertice è di uno Chambertin, quello di Dugat-Py, anche se ci sono diversi altri vini  a 98 punti, tutti nella Côte-de-Nuits (Clos St. Denis di Dujac, Bonnes Mares di Arlaud, Les Amoureuses di Groffier,La Tâche del DRC, Cros Parentoux Méo-Camuzet) e numerosi 97. Nessun rosso della Cote de Beaune e degli altri terroirs della Borgogna  ha superato  i 96/100, raggiunti solo  dai Pommard Clos des Épenots del Comte Armand e Rugiens-Bas di Launay-Horiot  e dal Volnay Caillerets di Lafarge.Tutt’altra faccenda per i bianchi, per i quali la Côte de Beaune (Chablis non è incluso nella rassegna) è in assoluta evidenza  (98/100 il Montrachet di Comtes Lafon e diversi 97 e 96/100 tra i grands crus ). Spiccano  i 95/100 del Pouilly-Fuissé Le Clos dello Château-Fuissé nel Maconnais e 94/100  del Rully Grésigny Vieilles Vignes di Dureuil-Janthial, nella Côte Chalonnaise.

Peter Richards parla, nell’articolo seguente, del boom dei vini con alcol ridotto o addirittura senza alcol. La percentuale di adulti che bevono bevande alcoliche continua a scendere e i produttori si adeguano. Ecco quindi come sono fatti, che cosa prevede la legge al riguardo, i Top tips  della categoria.

Agli inglesi (e non solo), si sa, piace il Prosecco. Ecco allora la selezione di Rebecca Gibb per i lettori di Decanter. Qualche nome? Il Valdobbiadene Prosecco superiore 30 Raccolti Dosaggio Zero di Drusian 2018 (95/100!),  il Col Credas brut di Adami 2018 e il Vecchie Viti Brut di Ruggeri 2018, entrambi con 94.

Jane Anson conduce i lettori alla scoperta degli Châteaux Must-Visit , da non perdere assolutamente, di Bordeaux.  La guida è organizzata per dilemmi di scelta: Rossi o bianchi? Alta tecnologia o low tech? Proprietà storiche o recenti? Riva destra o sinistra? Châteaux letterari o artistici (lo château che appartenne alla famiglia di Toulouse-Lautrec o quello con una mostra dedicata all’opera di François Mauriac)?

Eccoci ai Festival del Vino: leggerne ora che tutte le grandi manifestazioni fieristiche, dal Vinitaly a Pro-Wein e ai Grands Jours de Bourgogne sono sospese, può sembrare surreale. Fiona Beckett  ci dà i suoi input. Magari per quando tutto sarà finito? L’elenco è lungo e dettagliato e riguarda tutte le zone del mondo.

Sempre in tema di viaggi al momento impossibili, Helena Nicklin  suggerisce i migliori siti nei quali sostare nella Napa Valley e poi Monty Waldin propone la sua personale Guida a Montalcino: le cantine da visitare, i ristoranti, gli alberghi. Ma non è finita, perché, qualora il lettore non sia ancora stanco di viaggiare, Marie-Hélène Boisvert suggerisce il suo itinerario per la Parigi canadese, Montreal.

Eccoci finalmente arrivati alla Buying Guide, la sezione finale della rivista dedicata alle degustazioni sistematiche .  Due i Panel tastings di questo numero: i Pinot Noir single-vineyard del Nuovo mondo e i rossi del Rodano Settentrionale dell’annata 2010. Tra i primi c’è un solo vino “exceptional”, da ben 98 punti: viene dal SudAfrica  è la Cuvée Cinema, Hemel-en Aarde Valley di Crystallum 2018. Sei invece sono gli “oustanding”, tra 95 e 97 punti. Due ciascuno sono di Australia e Nuova Zelanda, un altro viene ancora dalla Henel-en-Aarde Valley sudafricana e l’ultimo dalla Williamette Valley in Oregon.

C’è un solo vino “eccezionale” da 98/100 anche tra i rossi del Rodano settentrionale, ed è un Côte Rotie di Stéphane Ogier, La Belle Hélène. I sette vini “oustanding” (95-97) si dividono tra Hermitage (4), Côte-Rotie (2) e Cornas (1). Grande exploit della Cave de Tain, una storica cantina cooperativa, con due cuvée oustanding  e altre due nel gruppo dei vini “Highly Recommended”.

Infine, gli assaggi della serie “Expert’s Choice” (questa volta si tratta di James Lawther) riguardano una denominazione minore di Bordeaux, quella di Castillon Côtes-de-Bordeaux dell’ottima annata 2016. Fuori dai riflettori delle grandi appellations, qui c’è molta qualità e prezzi molto ragionevoli. Un esempio? Lo Château d’Aguilhe (92/100 e poco più di 20 pounds).

Poi, naturalmente, ci sono le pagine sul Fine Wine World di Spurrier, i Weekday wines , le Notes & Queries, il Market Watch e la Wine Legend del mese: uno shiraz australiano della Claire Valley, The Armagh 1999 di Jim Barry.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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