Il Premio Nazionale Giulio Gambelli 2018 a Luigi Sarno2 min read

Anche questa volta Giulio Gambelli, che secondo una mia teoria guida dall’alto  i palati dei degustatori del premio intitolato a suo nome, sarà stato molto contento del risultato del 6^ Premio Nazionale Giulio Gambelli per il miglior enologo under 40 d’Italia.

Forse questa volta sarà stato addirittura più contento delle altre volte e sapete perché? Perché quando Luigi Sarno, giovane enologo irpino, ha ricevuto la targa del Premio è riuscito solo a dire “Grazie, ringrazio tutti!” che sono le stesse identiche (nonché uniche)  parole che Giulio diceva quando riceveva dei premi.

Ma Luigi Sarno, per fortuna, dopo qualche attimo di emozione e di “posa” per le foto di rito è riuscito ad andare oltre e a parlare di sé e della sua azienda di famiglia, del suo modo di fare, vivere e concepire il vino.

Oltre a Giulio quest’anno sono stato molto felice anch’io del risultato, per una serie di motivi sia umani che più puramente enoici.

Prima di tutto la composta, educata e complessa semplicità di Luigi Sarno, un ragazzo (oramai per me son tutti ragazzi…)  che si divide tra l’azienda di famiglia e alcune consulenze molto interessanti. Mi è piaciuta la sua emozione, il suo non sentirsi a suo agio sotto le luci della ribalta, il suo parlare con gli occhi prima che con le parole, arte di cui Giulio era maestro.

Mentre dal punto di vista enoico sono particolarmente felice perché per la prima volta non solo è stato premiato un giovane del sud che opera al sud,  ma uno che  lavora soprattutto con uve bianche.

E’ vero che ci sono uve bianche e… uve bianche! Luigi ha la fortuna di poter avere tra  le mami il vitigno bianco autoctono più importante, complesso e nobile d’Italia, cioè il fiano, nonché  quel greco che a Tufo crea vini che niente hanno da invidiare al più blasonato vitigno conterraneo.

Sono felice perché la giuria, fatta comunque da persone più “rossiste” che “bianchiste” ha evidenziato quanto io vado dicendo da anni e cioè che il Fiano è non solo la vera grande uva della Campania (aglianico scusami ma la vedo così) ma è talmente eclettico  che può portare sia a vini di intensa giovanile piacevolezza  sia di enorme complessità e grande invecchiamento.

Montepulciano. Attesa per la premiazione del Premio Gambelli

Ancora una volta questo premio intitolato al non enologo Giulio Gambelli, a cui a suo tempo venne stupidamente negata la laurea honoris causa,  colpisce nel segno e accende i riflettori su enologi e storie che veramente meritano.

Grazie Giulio!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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