A MAREMMACHEVINI… maremma che cantine!8 min read

La comunicazione del Kapo (Carlo Macchi, n.d.r.) era semplice e perentoria: “Ti farò un’offerta che non potrai rifiutare: 11 e 12 giugno MAREMMACHEVINI a Castiglione della Pescaia, chi va?”

E come chi va? Gioco in casa, la DOC è recente, conosco personalmente a dir poco più della metà dei produttori causa anche miei passati incarichi per conto della Camera di Commercio di Grosseto, e allora quale migliore occasione per rivederli?
Non a caso parlo di produttori e non di vini perché verso degustazioni di questo tipo nutro delle leggere titubanze. Già il fatto sacrilego di dover sputare il poco vino che hai in bocca mi fa sentire un peccatore. Peccatore che però sconta la pena inflitta praticamente prima di compiere l’atto sacrilego perché deve degustare in piedi. Un po’ come la spietata ritenuta alla fonte per i dipendenti, che appunto pagano le tasse prima ancora di aver riscosso.

Vero è che per gli addetti-peccatori c’è uno spazio riservato. Vero anche che nello spazio riservato fanno servizio un certo numero di Sommelier AIS e qualche produttore o responsabile della casa che per cortesia ogni tanto ci fa visita. Ma i vini non sono tutti quelli offerti al pubblico, anzi una piccola selezione, magari scelta ad hoc dal produttore.

Di buono c’è che noi peccatori peripatetici siamo ospitati al chiuso e non alla canicola dell’impietosa giornata.
Comunque mi ero preparato una piccola lista di vini e produttori da visitare. Ma trovarli nella zona a noi riservata era pura fortuna. Per cui ho ripiegato su di una scelta delle varie tipologie offerte, dai bianchi ai rosati ai rossi. Fortuna che è capitato opportunamente l’amico Antonio Stelli, attuale responsabile AIS per Grosseto e mi sono fatto consigliare novità ed eccellenze.

Ovvio che lui sia più aggiornato più di me e abbia sicuramente il becco più bagnato del mio! Ho penato un po’ per trovarli nella “selva” di quaranta produttori letteralmente gomito a gomito che presentavano oltre cento vini. Ma infine qualcuno l’ho scovato.
Siccome il secondo giorno ci viene offerta la visita presso i produttori mi sono concentrato su di loro e in particolare su quelli identificati come ZONA DEL TUFO. La più distane e scomoda, ma per me anche la più allettante. Ecco le mie brevi note.

Montauto, Loc. La Campigliola, km 10 – Manciano (GR) – info@montauto.org – montauto.org
L’azienda Montauto ha più di sessant’anni, ma è nei primi anni 2000 che il titolare Riccardo Lepri ha intrapreso il progetto di vinificazione. Grazie alla composizione dei terreni (argillosi e ricchi di rocce come quarzi), l’esposizione, la vicinanza dal mare e la presenza di brezze marine, si è pensato ad una produzione di grandi vini bianchi. Rimasi colpito quando diversi anni fa assaggiai un loro sorprendente Sauvignon. Colpito, ma non sorpreso, in quanto già nell’Azienda La Roccaccia a sud est di Pitigliano avevo trovato ancora prima un Sauvignon simile. E’ una fascia di terreno di questo tipo che corre appunto da là fino verso Manciano.
Abbiamo assaggiato in partenza il rosato STACCIONE 2016, un blend fresco e profumato di Ciliegiolo e Merlot. Siamo poi passati al primo Sauvignon, il GESSAIA 2016 con un naso pulito e caratteristico e con una piacevolissima freschezza e sapidità in bocca. Il GESSAIA è il Sauvignon proveniente dalle vigne più giovani.
Poi siamo passati all’ENOS I da vigne vecchie. Profumi più pronunciati e bocca più incisiva. Entrambi comunque molto buoni. Sarei curioso di immetterli in una degustazione alla cieca a livello nazionale per vedere quanti potrebbero indicare questi due vini come Sauvignon maremmani!
Ci siamo poi soffermati su una loro idea di METODO CLASSICO BRUT da Sangiovese. Al naso mi è parso un po’ chiuso, ma in bocca è stata una piacevolissima sorpresa: di sapore nuovo, vivace e particolare.

Poggio Cagnano ,Loc. Podere Cagnano II, Manciano (GR), info@poggiocagnano.it. www.poggiocagnano.it
Poggio Cagnano si estende sulle sommità dell’omonimo colle che domina l’area, spaziando dall’antica Torre di Manciano fino al mare dell’Argentario, a un’altitudine di 450 metri. I vigneti curati con impegno e dedizione, danno origine a uve rosse destinate alla produzione di uvaggi Maremma Toscana D.O.C e di Sangiovese in purezza e a uve bianche per la produzione di Vermentino Maremma Toscana. Le rese molto basse, oltre a produrre vini di grande struttura e carattere in un ridottissimo numero di bottiglie, consentono di utilizzare metodi di vinificazione particolari e ricercati. Dal 2016, tutte le produzioni di vino e anche di olio sono sottoposte a certificazione biologica. I vini provenienti da vigneti relativamente giovani hanno carattere e corrispondenza ai vitigni. I vini in degustazione erano il Maremma Toscana DOC VERMENTINO 2016, l’ALTARIPA M.T. ROSSO 2014 Sangiovese 100%, l’ARENARIO M.T. ROSSO 2014 da Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese, il SELVOSO M.T. ROSSO da Sangiovese, Merlot e Ciliegiolo.

La Biagiola , Loc. Pianetti di Sovana – Sovana (GR) info@labiagiola.it – www.labiagiola.it
Si tratta di una giovane azienda che nasce con l’intento di proporre vini di alta qualità.
Interessanti i vasi vinari in coccio pesto, cioè non con la classica terracotta. Pare che le prime risposte siano assai positive. Questa è l’azienda che mi aveva segnalato l’amico Antonio Stelli, delegato AIS per Grosseto, a proposito di un loro Vermentino. Si tratta del Matan – Maremma Toscana D.O.C. Vermentino con una piccola partecipazione di Viognier per 15%. Fermentazioni e affinamento su fecce. Coltivato su terreno vulcanico estremamente fertile, con presenza di pomice e ceneri, si manifesta con equilibrio ed intensità. Nota minerale e finalmente un Vermentino che si stacca un po’ dalle versioni correnti un po’ troppo uguali le une alle altre.

Sassotondo , C.s.Pian dei Conati 52, Sovana (GR), info@sassotondo.it www.sassotondo.it
Conosco Edoardo Ventimiglia e Carla Benini da una ventina d’anni. Conosciuti in ambito Slow Food e poi dopo come “quelli che fanno quel Ciliegiolo così buono!”. Venuti da altri mestieri, da Roma, come non pochi in quel periodo. In testa hanno idee abbastanza chiare e ferme. Una volontà e una perseveranza più unica che rara. Subito con i metodi dell’agricoltura biologica.
I 72 ettari dell’azienda sono collocati tra i comuni di Sorano e Pitigliano. Siamo sulle propaggini del bacino vulcanico di Bolsena ed il tufo è la materia guida: sul tufo i vigneti, di tufo le case, nel tufo la cantina, di tufo lavorato dal tempo, in mezzo al campo Sassotondo. I pascoli ed il bosco racchiudono l’azienda; le danno un aspetto un po’ selvaggio e la fanno apparire più isolata di quanto non sia in realtà..
All’epoca ci siamo frequentati abbastanza per varie manifestazioni ed iniziative. In compenso fino ad oggi non ero mai stato nella loro azienda. Il fatto che ci sia finalmente stato giustifica la gioia per l’opportunità che mi è stata offerta da questa MAREMMACHEVINI.
Ma la realtà va molto al di là di quello che io mi ero immaginato! Il territorio, certo, ma anche e soprattutto la cantina!
Quella del Sassotondo è una vecchia cantina sotterranea, completamente scavata nel tufo in una balza dei terreni aziendali. Nell’ultima stanza, collegata da un lungo corridoio, a circa 14 metri sotto terra e 30 dall’ingresso, c’è la bottaia, che gode in maniera del tutto naturale di condizioni di umidità e temperatura ideali. Io ho lavorato in una cantina per fare e imbottigliare vino e quindi conosco abbastanza bene problematiche e modalità di lavorazione. Spesso visitando le recenti cantine “firmate” mi sono chiesto come facessero a lavorare razionalmente in quelle condizioni. Anzi una volta all’inaugurazione di una di queste, tra l’altro esteticamente molto bella, non riuscii a stare zitto e individuato il cantiniere osai chiedergli: ma il vino poi dove lo fate? Quello mi fulminò con lo sguardo, poi poco convinto mi disse: qui lo facciamo, dove vuole che lo facciamo. Ma capii che aveva capito.

Questo detto ritorno alla Cantina di Sassotondo. A 14 metri sotto terra non c’è solo la bottaia, ma ci sono anche dei bei fermentini inox. Sapendo benissimo la risposta ho chiesto ad Edoardo: “Scusa , ma come avete fatto a portare queste vasche qui dentro?”. Lui mi ha guardato, mi ha mandato a quel paese con gli occhi e poi ha detto “Ce l’abbiamo fatta in qualche maniera”.
Causa un’anca un po’ sbilenca che c’ho in questo periodo Carla mi aveva portato giù con la sua auto. Al momento di risalire ho chiesto se dovevo aiutarla per fare manovra. No no, mi dice, torniamo su a marcia indietro! Come a marcia indietro, dico, ma già ho capito che andremo a marcia indietro. La pendenza è molto ripida, ma ho deciso di fidarmi e non guardo né indietro, né di lato, tanto guarda tutto lei. Esegue questa marcia indietro con il motore a mille e con una sicurezza da camionista!

Poi ci accomodiamo in una bella veranda per assaggiare i vini. Edoardo ci stappa una bottiglia di Ciliegiolo del 2004, il cru “San Lorenzo”, preparata apposta per noi, poi arrivano gli altri vini. Edoardo parla, parla e serve vino. L’accompagna Carla che parla e ci riserva mille gentilezze. E io vado in tilt. Ma come si fa ad essere così bravi? Quanta testardaggine ci vuole? Quanta forza di volontà? Quante battaglie, vinte o perse devi combattere?

All’arrivo avevo abbracciato entrambi. Al momento di partire li ho salutati con la mano da lontano. Ero sicuro che se li avessi abbracciati ancora avrei cominciato a piangere. Come mi viene anche ora che scrivo. E allora i miei compagni di escursione non so se avrebbero capito.
Voi avete capito vero?

Roberto Tonini

Nato nella Maremma più profonda, diciamo pure in mezzo al padule ancora da bonificare, in una comunità ricca di personaggi, animali, erbe, fiori e frutti, vivendo come un piccolo animale, ho avuto però la fortuna di sviluppare più di altri olfatto e gusto. La curiosità che fortunatamente non mi ha mai abbandonato ha fatto il resto. Scoperti olio e vino in tenera età sono diventati i miei migliori compagni della vita. Anche il lavoro mi ha fatto incrociare quello che si può mangiare e bere. Scopro che mi piace raccontare le mie cose, così come a mio nonno. Carlo mi ha invitato a scrivere qualche ricordo che avesse a che fare con il mangiare ed il bere. Così sono entrato in questa fantastica brigata di persone che lo fanno con mestiere, infinita passione e ottimi risultati. 


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