Lo stargate del vino: Sauvignon Picol 2015, Lis Neris1 min read

Non fatevi fregare dalla veste esterna! Quella non è una bottiglia e il liquido all’interno non è un vino: l’insieme è in realtà uno Stargate, uno straordinario ponte verso il firmamento del vino.

Basta che uno provi a mettere il naso nel bicchiere e si trova trasportato in un mondo fatto di frutta (agrumi, albicocche, pesche, susine), di sentori leggermente vegetali ma soprattutto balsamici (salvia, malva, pino). E’ come camminare in un mondo di  frutti, ma in alta montagna.

In bocca questo sauvignon, che nasce dalla puntigliosa bravura di Alvaro Pecorari, sembra quasi impossibile mantenga quanto promette al naso… ma lo fa! Ci riesce sfruttando un’equilibrata e ben smussata grassezza, che si dilata grazie a una sopita concentrazione e a un pH (lasciamo da parte l’acidità) che garantisce per il presente e per il futuro. Unica pecca: va atteso minimo  5-6 anni, ma è tempo speso bene.

La 2017 costa sui 20 euro, la 2015 adesso costerà un po’ di più.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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