InvecchiatIGP: Colli della Toscana Centrale IGT “La Corte” 2000, Castello di Querceto3 min read

In questa rubrica non parleremo dei problemi geriatrici di qualcuno di noi (anche se sarebbe utile). Il nostro intento è quello di andare a scovare e raccontare i vini italiani “non giovanissimi”. Abbiamo pensato a questa dizione perché non parleremo quasi mai di quelli che vengono definiti “vini da grande invecchiamento” ma cercheremo sorprese, chicche, specie tra vini che nessuno si aspetterebbe.

Ci sono realtà nel mondo del vino italiano che, per mille motivi, sfuggono ai radar della comunicazione enogastronomica di massa anche se, vieni a scoprire, sono da tantissimi anni presenti sul territorio attraverso una produzione attenta e mai gridata.

Un esempio lampante, almeno per me, è stato Castello di Querceto in Chianti Classico, dove tra le alte colline di Greve la famiglia François ricerca da sempre l’autenticità del suo magnifico territorio attraverso i suoi vini e il suo Sangiovese.

Il mio bisnonno all’inizio del ‘900 decise di scommettere sulla vigna de La Corte, che impiantò pionieristicamente solo con Sangiovese” afferma il produttore Alessandro François. “Io ho raccolto il suo testimone e ho cercato di seguire un metodo rigoroso per valorizzare al meglio quel vigneto e altre parcelle preziose”.

Simone e Alessandro François

Oggi Castello di Querceto, con la proprietà di famiglia, si estende su circa 190 ettari, 65 dei quali sono coltivati a vigneto, 10 a oliveto e il resto è rappresentato da boschi di quercia e castagno, utilizzati soprattutto come “riserva di caccia”.

Tra le uve rosse primeggia ovviamente il Sangiovese, a cui si affiancano numerose altre varietà, tra cui Canaiolo e  Colorino. Completano il quadro Cabernet Sauvignon, Syrah, Petit Verdot e Merlot.

Tra i vitigni a bacca bianca ci sono la Malvasia del Chianti, il Trebbiano Toscano, il San Colombano e lo Chardonnay.

Grazie ad un incontro romano con Alessandro e Simone François, papà e figlio alla guida della tenuta, ho potuto apprezzare la gamma dei loro Chianti Classico e Chianti Classico Riserva, a cui si aggiungono due Gran Selezione: Il Picchio (sangiovese 95% con saldo di colorino) e, dalla vendemmia 2017, La Corte (100% sangiovese).

Di entrambi è stata organizzata una mini-verticale di tre annate che, partendo dalla 2020 (millesimo ancora non in commercio) si è spinta fino all’anno 2000 dove ha spiccato prepotentemente La Corte tanto da decidere di inserire questo vino, al tempo Colli della Toscana Centrale IGT, nel mio InvecchiatIGP di oggi.

La Corte è un Sangiovese in purezza, prende forma in un vigneto di circa 4 ettari tra i 440 ai 470 m slm, esposto a ovest/sud-ovest e in prevalenza sabbioso e ricco di magnesio.

L’annata 2000, dal colore rosso rubino ancora compatto, è la quintessenza del sangiovese di Greve: identitario ma al tempo stesso sfaccettato, soprattutto se piantato su terreni ricchi di sostanze minerali come quello de La Corte, che in questo millesimo, al naso, si conferma assolutamente autoritario, austero, dotato di sbuffi aromatici che vanno dal ferro fuso al salgemma che solo in parte schiudono aromi più delicati di muschio, radici e macchia mediterranea.

Ciò che maggiormente sorprende è sicuramente la bocca, dall’impostazione classica, che coniuga ancora dopo 23 anni, finezza, dinamicità e forza dell’annata. Il finale è profondo e ricco di sapienti richiami ferrosi.

E’ la bellezza di un grande territorio, baby!

Andrea Petrini

Andrea Petrini, il “giovin fanciullo” del gruppo. Il suo giornale online è Percorsi di vino.


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