Intervista a Carla Trimani: “Faccio il mestiere più bello del mondo.”12 min read

Trimani a Roma vuol dire, da moltissimi anni, vino. Abbiamo intervistato, Carla, la parte femminile della famiglia, attualmente impegnata tra wine bar e enoteca assieme ai tre fratelli, per avere un punto di vista al femminile su una professione (quella di enotecario) che sta cambiando molto. Un’intervista che, tra aneddoti e ricordi di famiglia, traccia un quadro ampio sul complesso ma bellissimo mondo della vendita del vino.

Winesurf “Visto che siete enotecari dal 1821, cioè da numerose generazioni, sei nata in enoteca o cosa?”

Carla Trimani “Si, sono praticamente nata in enoteca, che con tre fratelli maschi era anche un luogo di giochi. Le nostre cantine sotto al negozio erano perfette per giocare a nascondino. Ricordo pomeriggi interi a giocare e la scoperta di “passaggi segreti”, perché mano a mano che le casse di vini arrivavano e se ne andavano si creavano dei cunicoli, delle pareti fra le varie stanze. Così era una scoperta continua di nuovi luoghi dove giocare.”

W. “Doveva essere bellissimo crescere in un posto del genere. Quindi il mondo del vino l’hai scoperto come un luogo dove giocare.”

C.T. “Assolutamente, e poi abbiamo avuto un padre che ci a sempre coinvolto molto, perché come si parlava di quello che facevamo a scuola si parlava anche del lavoro. Anche con mamma succedeva lo stesso, perché ha sempre lavorato in enoteca.”

W. “Quindi tua madre e magari anche tua nonna aiutavano tuo padre e tuo nonno?”

C.T. “Erano parte attiva dell’azienda: pensa che quando mio nonno e mio zio erano in guerra c’era mia nonna e un’altra zia che tiravano avanti e aprivano bottega tutti i giorni. Era molto diverso da oggi, perché il vino si vendeva sfuso, imbottigliavamo noi il vermouth, avevamo dei tavoli ma per la gente che all’ora di pranzo si sedeva portandosi da mangiare e prendeva un bicchiere di vino. Era un’altra dimensione.”

Il negozio Trimani in una foto d’epoca

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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