Il Prošek è tratto!1 min read

Nonostante molti presumano essere in conflitto con la tutela europea del Prosecco DOP, la Commissione Europea ha pubblicato in data odierna (22/09/2021) sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di protezione della menzione tradizionale Prošek .

L’iter per il riconoscimento della menzione tradizionale prevede un percorso di approvazione lungo come minimo 6 mesi e composto da più fasi: ci sono due mesi di tempo perché stati membri possano presentare opposizioni, altri due per le controdeduzioni, in questo caso della Croazia, e ulteriori due per altre osservazioni e opponimenti degli stati che hanno presentato ricorsi. Dopo questa fase la Commissione UE potrebbe decidere, ma può richiedere anche altri approfondimenti.

Rosanna Conte | prosek

Per chiarezza la richiesta da parte croata, presentata nel 2013, è relativa al «Prošek» “un vino prodotto con uve tecnologicamente sovramature e appassite che devono contenere almeno 150° Oe (gradi Oechsle) di zucchero. Esso può essere rosso o bianco. Il colore può variare dal giallo scuro con tonalità di oro vecchio fino a rossastro con sfumature brune.”

Questa tipologia di vino appassito potrà, se approvata, potrà  andare a far parte de seguenti vini a denominazione d’origine protetta: «Dalmatinska zagora», «Sjeverna Dalmacija», «Srednja i Južna Dalmacija» e «Dingač».

Quindi da domani inizierà la battaglia che vedrà l’Italia (che pare abbia molte frecce al suo arco) opporsi all’approvazione di questa menzione tradizionale. In questo articolo voglio far notare che, pur comprendendo che l’approvazione di un tale termine sia deleteria soprattutto perché crea un precedente pericolosissimo, alla fine si tratterebbe di una menzione che potrebbe apparire in poche migliaia di bottiglie.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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