Il 4.7.7 di Longo un Syrah al di là della diffidenza1 min read

Lo confesso ho una certa prevenzione all’uso dei vitigni internazionali fuori dalla loro zona d’origine. Usati come “migliorativi” il più delle volte stravolgono il carattere originario del vitigno autoctono che dovrebbero affiancare, prendendone frequentemente il sopravvento in termine di espressione. Anche la loro vinificazione in purezza difficilmente è riuscita a trovare realizzazioni che possano competere, sia pur nella diversità geografica, con gli originali. Per questo potete immaginare la mia diffidenza quando mi si propone in degustazione uno dei tanto celebrati vitigni in questo caso il Syrah di Alberto Longo azienda che ha i suoi vigneti a Lucera in Capitanata. Il 4.7.7 (i numeri indicano la data di nascita del figliolo di Alberto) è vino particolare che ha saputo vincere la mia innata diffidenza pur riconoscendogli i limiti dell’esordio e della territorialità. Certo chi si aspetta un versione alla Cote du Rhone, potrebbe rimanere perplesso, ma a farci ben attenzione emergono comunque i tratti varietali tipici del vitigno con l’aggiunta di solarità che solo il sud sa donare. Rosso rubino profondo con note olfattive di frutti neri di sottobosco maturi quasi in confettura eppure ancora fragranti. Polposo al palato dove si aggiungono sensazioni di spezie tipiche del vitigno e trama tannica fitta, giustamente astringente senza spigolosità. Un gran bel bere non c’è che dire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4.7.7

Puglia IGT Rosso Syrah

Az. Alberto Longo

Uvaggio : Syrah

Prezzo: 18-20 euro

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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