Gricos. Quando il vino di territorio va incontro al mondo1 min read

Nel 2010 l’esportazione  del vino italiano segna più 9% diventando la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. Oltre agli  Stati Uniti che assorbono ormai  più di un quinto delle nostre esportazioni, nuovi mercati si sono aperti:  India, Cina e persino il Brasile.

Ma cosa sta determinando questa espansione delle esportazioni ? Una strategia di marketing più oculata? Una corsa al ribasso dei prezzi ? Invidiabile rapporto qualità-prezzo? Unicità e tipicità dei nostri vini finalmente diversi? Probabilmente c’é una concomitanza di fattori. Credo , pronto a ricredermi, soprattutto  una maturità del mercato internazionale disposto  ad accogliere vini diversi con una forte connotazione territoriale, fuori dai classici schemi.

Come spiegare altrimenti l’apprezzamento di vini come l’Aglianico del Vulture sino a qualche anno fa confinato nei consumi di nicchia.

 Il Gricos dell’azienda Grifalco di Fabrizio Piccin e Cecilia Naldoni, sintesi di  identità territoriale e prezzo centrato, è vino moderno quanto basta per farsi apprezzare su mercati nuovi ma con riferimenti inequivocabili alla sua terra. Frutto nero perfettamente maturo con accenni speziati che si fondono in un corpo morbido senza smancerie. Una trama fitta e pregevole con  appropriato sostegno acido chiude un quadro gustativo di grande piacevolezza senza rinunciare all’originalità del vitigno. Senza alcun dubbio tra i più piacevoli dell’anno.  

 

 

Gricos 2008

Aglianico del Vulture DOC

Az. Grifalco

Pian di Camera- Venosa

Tel.: 0972 31002

Varietà: Aglianico del Vulture

Prezzo: 6-7

 

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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