Il futuro del vino? Basta andare, purtroppo, al supermercato!3 min read

Un futuro non proprio roseo o quantomeno chiaro attende il mondo del vino. Per scoprirlo non c’è bisogno di consultare le stelle o i guru della comunicazione, basta fare un salto al supermercato.  Lì potremo capire cosa, aldilà di facili proclami o di rigide prese di posizione da parte dei consorzi, ci aspetta nei prossimi anni.

Ve lo spiego con tre esempi.

Il Prosecco DOC targato Cormons

Oramai lo sanno anche i sassi che la glera è l’uva più piantata in Friuli ma tutti fanno finta di niente o comunque, specie nelle zone più storiche e vocate come Collio, Colli Orientali e Isonzo, cercano di edulcorare molto la pillola affermando che comunque si tratta di vigneti in zone meno importanti e che le suddette storiche zone sono esenti da “glerizzazione” sia in forma di vigna sia in forma di commercializzazione.

Quindi, nel momento in cui ti imbatti nella cassetta natalizia dell’ UniCoop Firenze (non certo il negozietto sotto casa) che mette bene in vista una bottiglia di Prosecco DOC della Cantina Produttori di Cormons su cui, tra l’altro, la scritta più grande è “Cormons” e la seconda e “Prosecco” (vedi foto) fai due più due e ti metti il cuore in pace. Quello che più colpisce, soprattutto il consumatore non esperto che legge le parole più grosse e capisce che Cormons è un centro importante per il Prosecco, è l’etichetta. Se fossi il sindaco di Cormons convocherei i responsabili della cantina e gli chiederei se, tra le mille etichette che si potevano usare, dovevano scegliere proprio quella che identifica la cittadina con il prosecco.

Capisco che sopra a “Cormons” c’è scritto “Cantina Produttori di” ma il messaggio che passa ai non del settore (e non solo…) è chiaro. Di sfuggita faccio notare che il prezzo per i soci, comprendente anche una bottiglia di Morellino di Scansano, un pandoro, una scatola di gianduiotti e una di ricciarelli è di 14.50 € e quindi il consumatore non avvezzo capisce che a Cormons fanno vini di bassissimo prezzo.  Ogni altro commento è inutile.

Chianti Classico Riserva? Certo a 3.49 Euro!

Con buona pace del Gambero Rosso che a suo tempo aveva sponsorizzato una serie di vini della Lidl dallo “stratosferico” rapporto qualità-prezzo, quest’anno la forte catena di supermercati ha deciso di riproporre senza intermediari alcuni vini a prezzo stracciato, sempre però utilizzando grandi e famose denominazioni. Per questo potete trovare nel suo pieghevole il Chianti Classico Riserva, proposto due anni fa a 4.90, a ben 3.49€. Lo ripeto, 3 euro e 49 centesimi!  Mi dicono che in altre zone toscane e umbre vengono proposti vini equivalenti (Vino Nobile di Montepulciano) a prezzi più o meno uguali.

Come dite? Queste sono  promozioni? Servono per attirare attenzione sulla denominazione? Certo! Infatti le vendite di Chianti Classico Riserva sono aumentate tantissimo dopo la promozione di due anni fa. Inoltre se servisse ad avvicinare consumatori alla denominazione, perché lo stesso vino di due anni fa viene proposto oggi ad un prezzo ancora più basso?

Sono solo manovre quasi obbligate per ripulire cantine e magazzini, punto e basta! In retroetichetta dovrebbe esserci scritto “Questo vino ve lo potete prendere a questo prezzo solo perché non siamo riusciti a venderlo in altro modo e i bilanci vanno fatti quadrare. Scordatevi che un Chianti Classico Riserva costi così poco.

Vi ricordate Il Giulio Ferrari a 55 Euro?

Vi ricordate quest’articolo? La mattina in cui è iniziata la promozione alle 8.30, per essere proprio il primo,  sono andato al supermercato Pam Superstore della mia zona in cerca della bottiglia. Del Giulio Ferrari nessuna traccia. Sono andato al bancone segreteria e ho chiesto lumi: mi hanno preso il nome (ero il secondo, c’era già stata un’altra persona a cercarlo…) e hanno promesso di chiamarmi appena il vino fosse arrivato, roba di 24-48 ore. Dopo 10 giorni sono ritornato al supermercato: del Giulio sempre nessuna traccia e chiedendo alla reception ho saputo che il vino purtroppo non solo non era arrivato ma risultava esaurito sin dal primo giorno di promozione. Insomma, il classico vino civetta che, naturalmente, prende il volo.

Il futuro è alle porte, del supermercato naturalmente.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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